di SALVATORE DAMA INVITA la destra radicale a stare unita.
Critica la legge elettorale. Consiglia alla gente di non votare, «perché i politici d'oggi pensano solo ai fatti loro». Ospite alla presentazione dell'ultimo libro del giornalista Gerardo Picardo («Destra radicale», Edizioni Settimo Sigillo), Donna Assunta Almirante mette tutti in riga. Camerati e moderati. Specie questi ultimi. «Se lo sono dimenticati chi era Giorgio. Eppure stanno là grazie a lui». La «matrona» della destra italiana allude ad An e alla recente esperienza di governo («non sono stati in grado di mantenersi il posto»), poi maledice la legge elettorale: «I deputati oggi sono nominati dai partiti. Come durante il fascismo. Anzi peggio. Perché il Duce se li sceglieva onesti e senza precedenti penali». La vedova Almirante è una dei protagonisti del libro di Picardo, giornalista del Gruppo AdnKronos, che ha messo insieme una serie di interviste ai principali attori della destra radicale. E non solo. «Aldilà degli stereotipi - spiega Picardo - ho voluto raccontare la destra che i più ignorano, quella che non scimmiotta Sarkozy. Altri si fermano ai saluti romani, io sono andato più a fondo. Ho voluto far conoscere il progetto politico della destra radicale italiana». Al tavolo dei relatori anche il segretario della Fiamma tricolore Luca Romagnoli e il senatore di An Francesco Storace. È girata voce che i due avrebbero colto l'occasione per annunciare un progetto comune. Indiscrezione che Storace si affretta a smentire. Non abbandonerà il partito di Fini. Almeno per ora: «Io e Romagnoli possiamo pure fare un Dico. Ma insieme, solo noi due, non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo federare le destre». Storace però coglie l'occasione per celebrare altre due unioni. Una certa e una futuribile. La prima è con l'ex commissario della Croce Rossa Maurizio Scelli, in transito da Forza Italia all'orbita storaciana. La seconda è con Alessandra Mussolini, cui il senatore prova a tendere una mano: «Presto finirà il tempo dell'odio reciproco». Intanto Romagnoli non demorde: «Abbiamo molte cose in comune con Storace. Speriamo di averne di più in futuro. Lavoreremo per l'unità della destra radicale». Il corteggiamento insomma continua.