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di GIANNI DI CAPUA LA CRESCITA 2007 sarà più robusta dell'1,3% previsto e si attesterà al 2%.

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Insomma più dello 0,5% del Pil (circa 7,5 miliardi) concordato con la Commissione europea per il rientro del deficit con la Finanziaria per il 2008. Un risultato «inimmaginabile» fino a pochi mesi fa. Il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, pur invocando ancora rigore e non dimenticando i «rischi» del sistema economico, snocciola soddisfatto le nuove previsioni macro sull'economia, contenute nel documento che unifica la relazione trimestrale e programmatica e l'aggiornamento alla relazione previsionale e programmatica presentato ieri. Ma il ministro non cede ancora alle pressioni di chi chiede di spendere. «L'Italia - spiega - è uscita dall'emergenza dei conti pubblici, ma è necessario rimanere ancorati alla realtà. E non dimenticare i rischi. Al contrario lo Stato deve imparare a spendere meglio». Intanto però la conferma della nuova situazione arriva dai «buoni risultati economici e finanziari del 2006» e viene confermata dalle «prospettive degli anni a venire». Questa situazione induce «molti a ritenere scomparsi i vincoli finora esistenti all'azione del Governo. Siamo in una realtà migliore rispetto a 10 mesi fa, ma non siamo ancora principi», apostrofa Padoa Schioppa. Tornando alle cifre fornite dal ministro, la previsione di crescita per il Pil 2007 sale dall'1,3% previsto in dicembre al 2%, mentre il rapporto deficit/Pil si attesterà al 2,3% (dal 2,8% della previsione precedente) rimanendo sotto il 3% anche nei 2 anni successivi: sempre al 2,3% nel 2008 per poi riprendere la strada di riduzione nel 2009 quando si prevede che scenderà al 2,1%. E mentre l'inflazione dovrebbe scendere in media d'anno all'1,9%, ci saranno a disposizione 8-10 miliardi in più di maggiori entrate da usare al fine della riduzione del deficit e di altri utilizzi. Il ministro però precisa: «Si tratta di una stima ottimistica e comunque va tenuto conto che nel 2008, in virtù degli impegni europei, sarà necessario compiere una nuova correzione strutturale del disavanzo nella misura dello 0,5% del Pil e ciò corrisponde a 7,5 miliardi». Buone notizie infine per l'avanzo primario che migliorerà nel 2007 attestandosi al 2,6% del Pil contro la precedente stima del 2%. Nel 2008 l'avanzo si attesterà poi al 2,4% per poi risalire al 2,6%. Ma il ministro ricorda anche i vincoli europei, gli obiettivi di crescita e di equità sociale. «Nell'ipotesi più restrittiva - spiega Padoa Schioppa - tutte le risorse disponibili dovranno, sia nel 2007 sia nel 2008, essere destinate a più rapido raggiungimento del pareggio di bilancio. Un'ipotesi espansiva, la cui praticabilità deve essere verificata a Bruxelles, è che parte delle maggiori risorse menzionate possano essere utilizzate per riduzioni di entrata o incrementi di spesa. In ogni caso dovrà essere compiuta il 2008 una nuova correzione strutturale del disavanzo nella misura dello 0,5% del Pil nel 2008». Al Forum di Confcommercio il presidente Carlo Sangalli ha commentato i dati dell'ufficio studi dell'associazione, che sottolineano come la crescita del Pil pari all'1,9% nel 2006 non è stata seguita dai consumi. E, per il 2007 il prodotto interno lordo e la spesa delle famiglie rallenteranno all'1,5% e all'1,4%, per poi risalire dell'1,9% soltanto nel 2008 in uno scenario di cautela sulla reale solidità della ripresa. Ma anche di incertezza per i consumi delle famiglie. Sangalli invita proprio per queste ragioni il governo di Romano Prodi «a non cullarsi sugli allori» del buon risultato del Pil 2006, illustrando i risultati delle stime del suo centro studi. E insiste soprattutto sulla necessità della riduzione della spesa pubblica, la restituzione a famiglie e imprese di parte dell'extra-gettito di 37 miliardi di euro di maggiori entrate tributarie 2006 e il taglio dell'aliquota Irpef di un punto all'anno nel prossimio triennio per «consolidare

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