Il governo gioca tutte le carte per liberare l'inviato di Repubblica
Prodi e D'Alema chiamano il presidente Karzai
Non è in corso nessuna trattativa con i taleban e senz'altro il riserbo, in questo delicato momento, è d'obbligo. E in serata, un appello perché sia «concesso il tempo necessario per trovare una soluzione che porti alla liberazione del giornalista è venuto dal direttore del quotidiano La Repubblica Ezio Mauro: «D'intesa con il governo — si legge nel testo della dichiarazione di Mauro — voglio rivolgere un appello perché sia concesso tutto il tempo necessario per trovare una soluzione che porti presto ad una liberazione di Daniele». All'indomani della diffusione del video dell'inviato di Repubblica, tenuto prigioniero dai Taleban nel Sud dell'Afghanistan (il quale si appella proprio alla «sensibilità» del premier per favorire il suo rilascio), la diplomazia italiana è al lavoro mentre spunta un nuovo messaggio del reporter italiano. Sono stati attivati tutti i canali e dal Presidente del consiglio Romano Prodi al ministro degli Esteri Massimo D'Alema fino al presidente della camera Fausto Bertinotti, la parola d'ordine, è discrezione. Prodi e D'Alema hanno avuto ieri un colloquio telefonico con il presidente afghano Hamid Karzai, nell'ambito degli ampi contatti del governo italiano con le autorità afghane per la soluzione della vicenda Mastrogiacomo. Parole di solidarietà anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Ci auguriamo fortemente che si trovino i canali per liberarlo. Rispetto ai sequestrati in Nigeria la situazione è più complicata, comunque non disperiamo». Sul caso di Mastrogiacomo «è importante che venga compiuto ogni sforzo e vengano attivati tutti i canali» per arrivare alla liberazione, ha d'altra parte sottolineato Prodi nell'incontro avuto ieri con una delegazione della Camera Bassa del Parlamento afgano guidata dal Presidente Mohamad Younus Qanooni. Il premier ha ricevuto assicurazioni circa la completa mobilitazione delle istituzioni afghane per ottenere la liberazione del giornalista italiano. Proprio D'Alema oggi ha ricordato che »ci sono dei canali umanitari che tengono questi rapporti«, sottolineando come per raggiungere il fine positivo che »ci proponiamo è bene che questi rapporti e questi canali possano agire con il massimo della discrezione possibile«. Il titolare della Farnesina in una conferenza stampa con il collega peruviano, Josè Antonio Garcia Belaunde, ha espresso poi, a nome suo e del governo, «vicinanza e solidarietà» alla famiglia di Mastrogiacomo e ai suoi colleghi di lavoro: «Vogliamo rassicurarli che stiamo facendo il possibile, con la necessaria discrezione».