Sabato al Centro Capranica per la nascita della Federazione della Dc

30),ci provano il segretario di Rifondazione Dc, Publio Fiori, insieme al segretario Udeur, Clemente Mastella e della Democrazia Cristiana, Giuseppe Pizza. Publio Fiori, che farete? «Con Mastella e il professor Pizza lanciamo la Federazione Democristiana, per mettere insieme partiti, associazioni e comitati che si riconoscono nella tradizione della Dc». Basterà? «È un primo passo. Poi passeremo dalla Federazione all'unificazione, e contemporaneamente dovremo fondare anche la Federazione del Ppe: la Dc, con i partiti che si riconoscono nel Partito Popolare Europeo». A chi vi rivolgete? «Ai moderati. Noi vorremmo riunificare il mondo cattolico e chi si riconosce nella tradizione centrista». Chi chiamate all'appello? «Chi sente sua la storia della Dc. Cominciando da Casini, il presidente dell'internazionale democristiana: crediamo che la sua collocazione debba essere dentro la Dc. E poi tutti gli altri partiti che si rifanno al cattolicesimo politico. Per mettere insieme questo arcipelago democristiano, riunificarlo e costituire subito la Federazone del Ppe». E il bipolarismo? «Non è detto che debba essere superato. Ma sicuramente va superato questo bipolarismo costituito da due poli pieni di contraddizioni. Ogni volta che esce fuori una questione etica, politica, istituzionale o di riforme, davanti ad argomenti importanti, cioè, i poli si disintegrano, perché ci sono troppe anime incompatibili all'interno di ciascuno degli schieramenti. Pensi a me, sul versante moderato, costretto a convivere con la Lega, e Mastella, dall'altra parte, che deve stare con Diliberto...». La soluzione? «Recuperare l'identità dei partiti facendo riferimento ai filoni storici e alle grandi tradizioni politiche: da una parte i cattolici con i moderati conservatori, dall'altra i partiti della tradizione socialista laica e radicale, come è in Europa». Oggi invece l'insalata mista... «Sia di qua, che di là. Io e Mastella, che abbiamo punti in comune siamo costretti a stare su schieramenti diversi, tanto è vero che quando nascono problemi seri come i Dico ci ritroviamo sullo stesso versante». Come andrete oltre? «Scomponendo questo scenario politico così artificiale, messo insieme dalle convenienze e ricomponendolo secondo ideali di valori e identità. Se bipolarismo deve essere che sia fondato e cementato da importanti compatibilità: da valori e da progetti comuni, e con programmi politici su cui non si litighi ogni giorno, e sui quali realizzare una effettiva stabilità politica e di governo». L'opinione pubblica come reagirà? «Le rispondo con una brutta similitudine di marketing: c'è un mercato di consensi alla ricerca di questo tipo di prodotto politico, che non trova nell'attuale scenario; noi stiamo cercando di costruirlo».g.coletti@iltempo.it