Prodi convince Putin: «Conferenza di pace»
Martedì prossimo il ministro degli Esteri Massimo D'Alema porterà la proposta alla riunione dell'Onu che discuterà sul rinnovo del mandato della missione. Meglio non arrivare impreparati. Così ieri a Bari il presidente del consiglio Romano Prodi ha colto la palla al balzo per sottoporre l'idea al presidente russo Vladimir Putin. E strappare un primo segnale di apertura. I due, infatti, hanno discusso dell'«utilità di uno sforzo internazionale per riportare l'Afghanistan alla pace e costruire una conferenza che dia all'Afghanistan una pace stabile». È stato lo stesso Prodi, durante la conferenza stampa conclusiva del vertice italo-russo, ad illustrare i contenuti dell'incontro. Prodi ha sottolineato che sulla necessità di trovare una soluzione alla questione afghana, compresa la necessità di una conferenza di pace, «ci siamo trovati completamente in linea». «La Russia - gli ha fatto eco Putin - appoggia gli sforzi della comunità internazionale per normalizzare la situazione in quel Paese abbiamo adottato una soluzione senza precedenti, consentendo il transito, non solo aereo, sul nostro territorio di carichi militari per assicurare l'attività della missione internazionale. Siamo pronti - ha concluso, senza fare un riferimento esplicito alla conferenza di pace - ad appoggiare il processo di pacificazione». E, mentre a Bari Prodi e Putin mostravano la propria comunione di intenti, a Roma un altro esponente della maggioranza, il presidente della commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri, parlava della conferenza di pace con l'amabasciatore del Canada Alex Himelfarb. Al termine dell'incontro una nota spiegava che «Il presidente Ranieri ha sottolineato il valore della proposta italiana di una conferenza internazionale per coinvolgere i Paesi limitrofi nella stabilizzazione dell'Afghanistan». «Malgrado le difficoltà - ha aggiunto Ranieri - il governo italiano proseguirà nell'iniziativa politica e diplomatica perché si creino le condizioni per lo svolgimento della Conferenza. Sembrava impossibile che a Baghdad si incontrassero seduti interno allo stesso tavolo rappresentanti della Siria, dell'Iran e degli Stati Uniti. Eppure, ciò è avvenuto. Penso che anche per l'Afghanistan a questo appuntamento occorrerà giungere. Speriamo non sia troppo tardi».