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Margherita, a Roma intesa Marini-Rutelli

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È un copione che si ripete. Qualche anno fa il presidente della Provincia di Roma chiese a D'Ubaldo, allora suo capo di gabinetto, di fare un passo indietro. Ma stavolta è tutta un'altra cosa: più che altro un espediente per ribadire l'unità e lasciare il campo a Riccardo Milana, nuovo coordinatore romano. Quest'ultimo avrebbe vinto comunque, probabilmente con una percentuale anche più alta di quella decisa dall'accordo di ieri. L'intesa tra rutelliani e popolari prevede di assegnare ai primi il 65 per cento dei delegati romani che voteranno a fine marzo il coordinatore regionale e il 35 per cento ai secondi. Ci saranno poi i congressi provinciali che completeranno l'opera. In ogni caso sembra che tra Mario Di Carlo e Francesco Scalia, i due candidati alla segreteria laziale, ci sarà battaglia. L'assemblea romana, invece, sarà composta (secondo le regole dello statuto del partito) al 60 per cento da rutelliani e al 40 da popolari. Un compromesso che va bene a tutti, o quasi. La seconda giornata di congresso all'Ergife si conclude in nome dell'unità. Messe in soffitta le polemiche delle tante tessere (oltre 49 mila a Roma) e dei pochi presenti (poco più di un migliaio secondo gli organizzatori), D'Ubaldo e Milana si sono presentati subito più come «compagni» che come avversari. «Si è affermato il principio che regola i rapporti fra di noi, secondo il quale la maggioranza esprime il segretario. La mia candidatura nasceva da una battaglia per evitare prevaricazioni. L'abbiamo condotta bene», dice D'Ubaldo, che insiste: «Presumo che a livello regionale ci sia una maggioranza dei popolari, dunque in base al principio che anche oggi abbiamo confermato ritengo che l'esito del congresso regionale sarà favorevole al nostro candidato». L'amarezza dell'assessore è passata: «Sembrava che la nostra parte fosse accusata di frenare il processo verso il partito democratico. Abbiamo dimostrato invece che possiamo dare il nostro contributo ad un processo impegnativo». E se il congresso romano - una volta tanto - non ha fatto né morti né feriti, è Milana il più entusiasta. Forse non è un caso che la sua relazione è stata ben calibrata sulla Capitale: «Non è che a Roma sia andato tutto bene, le nostre giunte hanno lavorato bene, ma c'è ancora molto da fare. Su tante cose siamo in ritardo, soprattutto alla Regione dopo aver ereditato i guasti della giunta Storace». E sul versante politico Milana riafferma: «Si deve trovare la sintesi e poi scegliere. Certo, a volte bisogna scegliere in solitudine. Ma tale stato è meno grave se c'è stato un processo di confronto e partecipazione con tutte le forze interessate». Insomma, l'esito del confronto è stato quello che due giorni fa aveva previsto il vicepremier Francesco Rutelli: «Sono sicuro - aveva detto - che il congresso si concluderà in modo unitario». Piccola ovazione per Franco Marini che, dopo aver espresso felicità per la «ritrovata unità», ha lanciato il secondo mandato del presidente della Provincia di Roma: «Vedrei benissimo una riconferma di Gasbarra. Nel centrosinistra mi pare siano tutti d'accordo quindi mi sembrerebbe naturale». I militanti saranno all'Ergife anche oggi: nonostante l'accordo le votazioni proseguono. Più come un rito di partecipazione che come una sfida da giocare fino all'ultimo.

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