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Ferrero, Pecoraro Scanio e Pollastrini presenti a piazza Farnese insieme a Vladimir Luxuria

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Tenendosi a debita distanza dalla Capitale, il premier ha commentato così l'happening capitolino, capitanato da Vladimir Luxuria, parlamentare di Rifondazione Comunista: «Non ho mai nascosto la mia perplessità riguardo alla partecipazione dei ministri a queste manifestazioni». Sono manifestazioni, secondo il presidente del Consiglio, «che possono poi ricoprire significati diversi da quello cui partono». Intanto, a Roma, davanti all'ambasciata francese si scatenavano le danze. Con tre componenti dell'esecutivo: Paolo Ferrero, Alfonso Pecoraro Scanio e Barbara Pollastrini. Ma Ferrero non è stato zitto, anzi: «La polemica sulla presenza dei ministri non l'ho capita molto stavolta. Abbiamo aderito alla richiesta di venire ed essere interrogati e mi sembra giusto che i ministri accettino di farsi fare delle domande dalla società civile. Il fatto che avvenga in una manifestazione di questo genere piuttosto che in un convegno a porte chiuse non fa differenza. Loro hanno diritto a chiederci delle cose e noi il dovere di rispondere». Secondo il ministro «che questo sia un governo che raccoglie elementi politici e culturali diversi è cosa nota. Secondo me il problema è trovare il punto di incontro anche fra posizioni diverse. Alle manifestazioni che esprimevano posizioni critiche verso il governo non sono andato anche quando le condividevo, ma questa - ha concluso Ferrero - è a favore della produzione di diritti». E Alfonso Pecoraro Scanio spera che «anche i nostri amici centristi riescano a fare in modo che anche al Family Day si discuta delle politiche sugli asili fatte dal governo. Se diventa una manifestazione contro il governo i ministri non dovranno andarci, al contrario di questa che non è contro il governo». A sentire il segretario diessino Piero Fassino, la manifestazione era «giusta». Impegnato in Emilia-Romagna e a poca distanza da Prodi Fassino ha affermato che «se si vuole rendere evidente l'irrinunciabilità dei diritti individuali delle persone, la necessità di riconoscere i diritti di ogni persona, quali che siano le sue scelte di vita, l'orientamento sessuale e il modo in cui organizza la propria vita, affettività e relazioni interpersonali. Naturalmente - ha continuato - bisogna farlo in modo equilibrato e giusto. La legge sui Dico è equilibrata e giusta, perché riconosce diritti a coloro che hanno scelto una convivenza di fatto, omosessuale o eterosessuale, senza peraltro mettere in discussione l'articolo 29 della Costituzione che riconosce la famiglia fondata sul matrimonio». Fassino comunque ha risposto con un «parliamo di cose serie» alla domanda sulla posizione di Vladimir Luxuria che per i contrasti sui Dico aveva chiesto l'espulsione di Paola Binetti dalla Margherita. Per Clemente Mastella (il suo nome è stato oggetto di fischi e insulti da parte della piazza), se la sinistra «pensa che io non debba parlare lo dica pure e io non ho nessun problema, ne prendo atto. Se altri manifestano a favore di Santoro si tengano allora lui al governo». Intanto, sui Dico il Governo «non ha la maggioranza», dice il capogruppo dell'Udeur alla Camera Mauro Fabris. «Ribadiamo la nostra posizione netta contro il provvedimento sulle coppie di fatto, c'è l'opportunità e la necessità che il Parlamento intervenga sul tema perché su questo argomento il Governo non ha la maggioranza».

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