«Saremo un ponte tra i moderati»

Questo l'obiettivo della Dc per le Autonomie di Gianfranco Rotondi che, in vista delle amministrative, presenterà proprie liste in tutti i comuni chiamati al voto di maggio, consolidando il radicamento nel Paese grazie anche a una giunta esecutiva costituita da «dirigenti che trasformino le esigenze del cittadino in proposte di legge» (su tutti Mauro Cutrufo, vicesegretario e capogruppo al Senato e Giampiero Catone, segretario organizzativo). «Il piccolo aereo democristiano è decollato», commenta Rotondi. Ed è decollato anche grazie alla nuova sede inaugurata due giorni fa a Via del Pozzetto. «Non per niente, qui stiamo a metà strada tra Forza Italia e Margherita», spiega il segretario. Una battuta che conferma la volontà di porsi al centro dell'agone politico per rendere meno aspri i termini della contesa. Il trasloco da Piazza del Gesù, oltre che un significato politico, ha anche un valore simbolico e sembra voler accantonare le vicissitudini legali che sono seguite alla diaspora della Balena bianca. «Dopo la sarabanda di secessioni che ha disgregato la casa madre, nel dicembre del 2004 noi abbiamo voluto ricostituire la Dc, pensando di essere originali - ricorda Rotondi -. Il prodotto è piaciuto ed è stato imitato da partiti che si sono stabiliti a Piazza del Gesù. Allora ce ne siamo andati, anche per dimostrare che siamo noi i più affezionati alla Dc». Rotondi, però, non rinuncia a lanciare un appello ai suoi ex coinquilini: «Parlo con Sandri, Prandini, Pizza e Fiori. Venite in lista con noi, in uguaglianza, senza diritti di primogenitura per nessuno. Per combattere assieme nelle piazze anziché nei tribunali». In attesa di sapere come andrà a finire Rotondi annuncia le ambizioni della sua Dc, che ha già in cantiere due Pdl: una legge quadro sulla droga e una proposta sui Dico «che riassuma la nostra linea di apertura sull'argomento ma anche la volontà di un compromesso virtuoso: contenuti concreti per chi ha bisogno ma anche la garanzia, per il mondo cattolico, di non delegittimare la famiglia a favore di un nucleo sociale di serie B».