Il commento
Nelle nostre orecchie ci sono ancora i pregiudizi, le accuse incredibili di coloro che ritenevano quella indagine una vera e propria azione politica per abrogare il totem della 194. Femministe ottuagenarie, ministri in pectore radicali, scompaginate figlie dei fiori di sinistra ci bollarono come i «soliti oscurantisti». Addirittura si arrivò alla manifestazione di Milano della Cgil per la difesa della 194. Poi, l'escalation è proseguita con la tappa italiana del Convegno pro aborto della Fiapac, associazione favorevole alla kill-pill (ru486) con la presenza del Ministro Bonino. Ora siamo di fronte ai fatti omicidi e truculenti, barbari e incivili di Firenze e Roma. Gli ospedali Careggi e San Camillo, due storie identiche di omicidio di bambini, di violazione proprio di quella legge 194 e del suo articolo 7, dove si prevede l'oobligo di salvare il bambino se ha una possibilità di vita. Tutto ben teorizzato dal Signor Viale, medico sotto indagine per la propria sperimentazione contraria alla salute della donna e della stessa legge 194 a Torino. Ormai dalle sue parole e dalle tragiche ammissioni della dottoressa «fiapac» Scassellati, si desidera modificare e stravolgere la legge 194, largamente disapplicata nella sua prima parte, e introdurre la possibilità di «ammazzare» comunque il bambino se ci fosse il «consenso informato» della madre. Il bambino però non è proprietà della madre, né una malattia della madre, il diritto umano alla vita non può essere deciso da un altro: questa era la lezione di Norberto Bobbio, laico e non cattolico, che si è dimenticata. In più, si vuole cambiare la 194, abbattere il totem di una generazione politica, della stessa vera o falsa liberazione della donna, alla sola ragione di far risparmiare al sistema ospedaliero e uccidere i bambini. L'inciviltà non era mai giunta a tanto, ma la stesso «utero è mio» non poteva che portare da quelle parti radicalcomuniste alla conseguenza che il bambino è una proprietà privata e quindi eliminabile. Colpisce e amareggia che nessuno ancora abbia sporto denuncia a seguito delle candide e omicide ammissioni del S.Camillo, stupisce e raggela che il Ministro Livia Turco non muova un dito per far rispettare la legge e salvare così vite umane che ordinariamente vengono assassinate, col «permesso della madre». Come se appunto il bambino sia una cosa di proprietà della madre e non una persona con il proprio diritto umano. Discusso tra chi considerava il concepito un soggetto di diritti e chi lo vedeva tale solo a partire da una certa settimana, ora addirittura un bimbo precoce che vivo seppur dopo un aborto lo si vorrebbe uccidere. La cultura di morte non può proseguire oltre, il libertanianesimo dei radical comunisti ci sta portando alla più completa barbarie inumana, alla legalizzazione del «sabba satanico», alla uccisione per legge dei più deboli (eutanasia) e piccoli (eliminazione dei feti viventi).