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Oggi in commissione Giustizia

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E a Palazzo Madama riparte l'esame dei dieci ddl

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I senatori cominceranno così ad affrontare il «pacchetto» dei 10 testi presentati, tra cui il provvedimento del governo che, però, non dovrebbe essere adottato come testo-base. A regnare è soprattutto l'incertezza politica e procedurale, tra inviti ad accelerare i tempi di discussione e altri a riflettere prima di decidere che strada imboccare. La stessa seduta della commissione Giustizia di oggi che deve integrare la relazione iniziale di Cesare Salvi sui 9 testi di iniziativa parlamentare con l'esame-valutazione del testo Pollastrini-Bindi, potrebbe non affrontare l'argomento perché inserito al secondo punto dell'ordine del giorno, nel tardo pomeriggio. Al momento, quindi, c'è un'unica certezza: nessuna partenza sprint perché sono troppi i distinguo politici tra i partiti e le coalizioni che impongono cautela. In ogni caso, dopo la conclusione della relazione iniziale, ci sarà il via alla discussione generale e, solo alla fine, si potrà stabilire come proseguire il lavoro: se adottare un testo base o se affidare ad una commissione ristretta il compito di elaborare un testo unico di sintesi. A Palazzo Madama vengono confermate le voci che indicano nel testo di Alfredo Biondi quello più facilmente utilizzabile per i lavori parlamentari. Un testo che è centrato sulla natura soggettiva e interpersonale di chi convive e intenda convivere. «Nessun scimmiottamento del matrimonio», spiega Biondi, ma una semplice dichiarazione di volontà reciproca che si esprime in una sorta di contratto di solidarietà davanti ad un notaio e che prevede obbligazioni reciproche di carattere personale e patrimoniale. Una ipotesi che potrebbe essere considerata un'apertura nei confronti dell'opposizione, o almeno verso l'area dei laici liberali. Il testo Biondi viene però da molti considerato più accettabile di quello del governo. Quella che appare una indicazione sulla stessa linea di Biondi è venuta da Francesco D'Onofrio, capogruppo Udc in Senato, che ha detto che ora non si tratta di distinguere tra cattolici e laici, ma tra liberali e laicisti: «I primi garantiscono a tutti i diritti individuali conseguenti alle loro scelte, mentre i secondi sembrano volere comunque una parificazione legislativa alla famiglia naturale». Un terreno di confronto che pare promettente in sede parlamentare dopo che dalla pattuglia Teodem, almeno per ora, non è venuto alcun annuncio di prossime iniziative legislative.

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