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Dopo la frenata di Rutelli anche Castagnetti invita a rinviare la discussione sul testo

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Fatto sta che, dopo aver cercato in tutti i modi di difendere il provvedimento varato dal governo sui Dico, adesso la Margherita prova a frenare il treno in corsa. E non è un bello spettacolo visto che una delle «madri» del provvedimento è Rosy Bindi, ministro della Famiglia ed esponente Dl. Insomma si potrebbe tranquillamente dire che, dopo averla mandata in prima linea, adesso la Margherita scarica il suo ministro. Ad inaugurare il «nuovo corso» ci ha pensato il leader Dl Francesco Rutelli. Il vicepremier, intervistato da Lucia Annunziata domenica, ha detto chiaramente che i Dico non «sono una priorità». O meglio, come si è sbrigato a chiarire ieri: «I Dico sono importanti, ma la priorità è l'economia». Più chiaro di lui l'ex Ppi e vicepresidente della Camera Pierluigi Castagnetti che, in un articolo pubblicato oggi su Europa, parla di un provvedimento «ingestibile» e scrive: «Pare non esistano le condizioni perché il provvedimento possa arrivare persino in Aula e, se fossero create, avverrebbe per scelta delle opposizioni interessate a una spettacolarizzazione di un'altra divisione della maggioranza e, soprattutto dell'affossamento definitivo del provvedimento». Per questo, secondo l'esponente Dl, l'Unione ha bisogno di «una pausa di ulteriore riflessione» che le permetta di superare «l'attuale clima di tensione». In ogni caso Castagnetti ribadisce che, quello sui diritti dei conviventi non è un provvedimento prioritario visto che prima bisogna dare adito al governo «di dimostrare preliminarmente, con il linguaggio dei fatti, una strategia di reale sostegno all'istituzione della famiglia». Nel frattempo Enzo Carra conferma al Velino che i teodem della Margherita sono pronti a presentare «numerosi emendamenti» al testo. «Chiediamo di avere in audizione i rappresentanti delle associazioni e dei movimenti familiari - spiega -. Il testo governativo presenta diverse imperfezioni che vanno corrette». Parole che si uniscono a quelle del capogruppo dell'Ulivo alla Camera Dario Franceschini che, dopo aver promosso la lettera dei 60 parlamentari cattolici-democratici in difesa della laicità delle istituzioni e dell'opportunità di una legge sui Dico, adesso invita a «mettere in cantiere in fretta provvedimenti concreti di natura sociale e fiscale a favore delle famiglie». Insomma, dopo aver rischiato la spaccatura, adesso la Margherita sembra aver ritrovato l'unità attorno ad un punto: i Dico non sono una priorità e quindi è meglio rallentare. Una posizione appena più morbida di quella del leader dell'Udeur Clemente Mastella che, al contrario, conferma: «Io voto sempre no, e non per ragioni di bigottismo o clericalismo. La mia non è un'offensiva contro i gay. Non mi piacciono gli eccessi da nessuna parte e sono contrario ai matrimoni omosessuali. Dargli la stessa dignità della famiglia è una cosa su cui non convengo». Ma se Mastella resta coerente a se stesso, la frenata di Rutelli agita la sinistra radicale che attacca. «È assurdo avere posizioni arretrate su una normativa che serve - commenta il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio -. Al di là delle difficoltà che hanno i singoli partiti bisogna lavorare affinché in Parlamento ci sia possibilità di una normativa innovativa». E anche l'Arcigay, replicando a Castagnetti, invita a «non rinviare il confronto parlamentare sui Dico». L'Unione, però, al di là delle polemiche, sa che, se il testo arrivasse in Aula, il rischio di una bocciatura è più che concreto. Dopotutto anche Marco Follini, l'uomo che al Senato consente al centrosinistra di avere una maggioranza stabile, ha ribadito di essere contrario al riconoscimento delle coppie di fatto ricordanto che «la vera priorità è il sostegno alle famiglie, soprattutto quelle con reddito basso». Proprio per questo il suo ex compagno di partito Pier Ferdinando Casini insiste affinché sui Dico «si affronti al più presto la prova in Parlamento». «Saranno bocciati, non c'è una m

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