di MAURIZIO GALLO «L'AFGHANISTAN sta diventando come l'Iraq.
Deve farlo prima del voto sul decreto di rifinanziamento della nostra missione, altrimenti sarà penalizzato dai suoi elettori». Il professor Francesco «Pancho» Pardi, uno dei leader dei «girotondi», è preoccupato come molti italiani dell'escalation di violenza nel Paese dei taleban. E chiede chiarezza. Professore, sembra che la situazione stia precipitando... «Bush pratica la guerra preventiva e si comporta come lo sceriffo dei western, che prima spara e poi chiede. La situazione è difficilissima, Karzai non ha l'autorità necessaria, gli Usa vogliono supplire a questo vuoto e stanno trasformando l'Afghanistan in un nuovo Iraq. Ma noi non possiamo accettare di contrabbandare un'operazione di gendarmeria internazionale per impegno umanitario». Quindi? «È necessaria una riconcertazione completa della nostra missione. In accordo, ovviamente, con il ministero degli Esteri». Lei sa, però, che partecipiamo a una missione Nato, in cui siamo solo uno dei Paesi alleati. Non possiamo, perciò, agire unilateralmente. «Anche gli alleati si porranno questo problema. Alla luce di quanto sta accadendo mi sembrerebbe strano se non lo facessero». Che si aspetta dal governo? «Il governo sarebbe, secondo me, eccessivamente disinvolto se andasse al voto sul rifinanziamento senza aver chiarito i termini della nostra missione. Il ministro della Difesa Parisi è stato sfacciatamente esplicito in televisione quando ha espresso il concetto che, davanti ad un'offensiva talebana, rispondere con le armi sarebbe stato come continuare il nostro impegno umanitario con altri mezzi. Ora l'aggravante è che l'offensiva non è dei talebani, ma degli Stati Uniti. E il governo di centrosinistra deve dirci quali sono le regole d'ingaggio dei nostri soldati. Anche i militari, credo, vorrebbero sapere che cosa devono fare esattamente». Sta invitando a non votare il decreto? «Io dò una risposta di metodo. Qualsiasi persona sensata dovrebbe rifiutarsi di votare alla cieca». Rifiutarsi al punto di far cadere di nuovo Prodi? «Non si può far cadere il governo sulla politica estera. E poi ha troppe cose da fare, e deve durare. Ma l'Unione deve mostrare saggezza, tenendo presente che altrimenti l'elettorato di centrosinistra reagirebbe molto negativamente. Non solo quello della sinistra radicale, ma anche quello dei Ds e della Margherita. L'Afghanistan di una settimnana fa non è l'Afghanistan di oggi. Non si può far finta di niente». E la sinistra radicale che dovrebbe fare? «Intanto sono stati incauti a fare un ipotetico baratto fra l'Afghanistan e Vicenza, visto che alla fine non hanno ottenuto quasi niente...». E ora...? «Ora avrebbero il dovere di impugnare la vicenda in modo pragmatico e non ideologico, ponendo il governo di fronte alle sue responsabilità». Pensa che lo faranno? «Lo spero...».