di MARZIO LAGHI LE STRAGI di civili in Afghanistan riacutizzano i dissensi all'interno dell'Unione.

E il ministro degli Esteri appoggia la richiesta del presidente afghano per un'inchiesta indipendente sulle stragi. L'Italia è «molto preoccupata» di quanto sta succedendo in Afghanistan, e gli ultimi incidenti hanno provocato «grande turbamento», ha spiegato ieri Massimo D'Alema parlando a Bruxelles al termine del Consiglio dei ministri della Ue ha riferito della richiesta «giusta» di Hamid Karzai di aprire un'inchiesta indipendente sugli incidenti che hanno portato all'uccisione di numerosi civili. D'Alema ha sottolineando che il presidente afgano ha espresso «dolore e la volontà che sia fatta piena luce» su questi avvenimenti. Il ministro ha ribadito che la situazione in Afghanistan è preoccupante anche perchè una crescita delle violenze potrebbe alimentare un «sentimento ostile» nell'opinione pubblica locale verso i militari della Nato: noi siamo lì per difenderli e ciò sarebbe una sconfitta». Il ministro degli esteri ha ribadito che «spiegheremo alle Nazioni Unite perchè l'Italia ritiene essenziale che ci sia una conferenza per la pace dell'Afghanistan che coinvolga tutti i paesi vicini e l'intera comunità internazionale». Non solo: «Il governo è disponibile a valutare un ordine del giorno di alcuni deputati di Prc e dei Verdi per discutere in sede internazionale l'idea di comprare parte della produzione di oppio afgana per produrre medicine». Intanto, il decreto sull'Afghanistan è arrivato ieri alla Camera e già la sinistra radicale chiede di modificare la missione italiana nel Paese dei talebani. Il dl in discussione a Montecitorio, che sarà votato o questa sera o mercoledì mattina, prevede interventi di sviluppo e cooperazione «dal basso», tre conferenze internazionali, fondi per militari e forze di polizia. Il testo ha subito interventi decisivi durante l'esame in commissione: interventi che hanno di fatto recepito molte delle richieste avanzate dall'estrema sinistra dell'Unione per esaltare l'aspetto umanitario rispetto a quello tattico-militare. Malgrado ciò la sinistra radicale non demorde e chiede, di fronte agli ultimi episodi che hanno fatto registrare vittime civili, un cambiamento di strategia: «La tragica escalation di questi giorni in Afghanistan - afferma il capogruppo del Prc al Senato Giovanni Russo Spena - dimostra in maniera inoppugnabile la necessità di riconvertire al più presto la strategia della missione avviandosi verso la fuoriuscita dal conflitto, prima che la guerra e i massacri di civili dilaghino ulteriormente». E la senatrice Manuela Palermi, capogruppo Verdi-Pdci a Palazzo Madama, sottolinea «il ruolo che il governo italiano deve assumere è ormai ineludibile: la rapida costruzione di una strategia di uscita dalla guerra afgana». Ma il segretario dei Ds mette le mani avanti su un eventuale appoggio al decreto da parte della Cdl: «Se il governo presenta un provvedimento e lo vota il 90% del Parlamento perchè considera che sia giusto, come si fa a spiegare che bisogna aprire una crisi di governo? - spiega Fassinio - Se il centrodestra voterà il rifinanziamento della missione in Afghanistan non lo farà per fare un favore al centrosinistra ma perchè considera che sia giusto votarlo».