Meno tasse, Padoa frena
Padoa Schioppa frena. «Quanto e quando si potrà ridurre la pressione fiscale va visto con estrema attenzione, perchè non si possono fare passi tali da poi dover ritornare indietro. I dati economici e i conti pubblici indicano che il successo dell'azione intrapresa sta avvenendo». Il ministro lascia comunque aperto uno spiraglio per alleggerire i contribuenti: «L'incremento delle entrate che deriva dal recupero dell'evasione fiscale, in Italia patologicamente alta, è destinato a ritornare ai contribuenti, nelle forme di una distribuzione migliore e più equa del carico fiscale». Padoa-Schioppa ribadisce più volte che la lotta all'evasione serve sia a distribuire in maniera migliore il carico fiscale sia, «nella misura in cui il paese può averne bisogno, a sostenere spese assolutamente necessarie o a riequilibrare i conti». Padoa ha poi affrontato il tema del federalismo fiscale su cui «un accordo è abbastanza vicino». Per il ministro «se questa legislatura attua il federalismo fiscale abbastanza rapidamente per metterlo in atto consegna alla prossima legislatura una fondamentale riforma per il Governo del Paese». Padoa è dell'idea che le maggiori risorse non possono venire dall'aumento della pressione fiscale ma da una migliore qualità della spesa. Il che significa ridurre gli sprechi e razionalizzare la spesa pubblica. «Solo in questo modo arriveranno le risorse che serviranno per la ricerca, la salute, la sicurezza e le infrastrutture». Il ministro è tornato a difendere la Finanziaria che «doveva ripristinare la linea del rigore» mentre ora «bisogna puntare in maniera più forte su sviluppo e equità». Ma se «l'emergenza dei conti è stata risolta non sono stati compiuti tutti i passi del risanamento». Il che significa che non si può abbassare la guardia. L'obiettivo è di «arrivare nell'arco della legislatura a un bilancio in pareggio e portare il debito pubblico al di sotto del 100% del prodotto interno lordo, cosa che si può avere solo con un avanzo primario, cioè con una differenza tra spese e entrate, tolte le spese per interessi, dell'ordine del 3-4% che è quello della legislatura '96-2001 aveva lasciato in eredità alla legislatura che ci ha preceduto». Padoa Schioppa ha ribadito che siccome la situazione dei conti pubblici ereditata dal governo precedente era drammatica «il problema non si può risolvere in pochi trimestri». Ciò significa che «bisogna pensare in tempi lunghi». Il ministro non si sbilancia anche sull'andamento dell'economia e sul fatto che la ripresa sia in atto. «C'è un inizio di ripresa» e questo impone che anche nella prossima Finanziaria si debba seguire la linea di «rigore, sviluppo e equità». Poi lascia intendere che la prossima manovra economica non avrà «la dimensione dell'ultima». [email protected]