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Il ds Grillini minaccia la maggioranza «Potrei non votare leggi sulla famiglia»

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Il premier se l'è scrollata di dosso, stralciandola dai dodici punti «irrinunciabili» dove invece compare la parola magica "famiglia" e l'ha dirottata al Parlamento. Martedì, infatti, la commissione Giustizia del Senato inizia l'esame di ben dieci diversi disegni di legge che puntano a regolamentare le unioni civili, tra cui anche quello del governo, firmato Prodi-Bindi-Pollastrini. La vera scommessa, più che iniziare, sarà riuscire a concludere l'iter del ddl, arrivando a una soluzione condivisa, come vuole Prodi. La verità è che la legge sui Dico potrebbe trasformarsi in boomerang piantato nello stomaco. Una gran fetta della maggioranza, Ds e Verdi in prima fila, non vogliono vederla accantanota. Sul piede di guerra è l'Arcigay che ha organizzato una manifestazione nazionale a Roma "Diritti ora" per sabato prossimo. Il presidente onorario Franco Grillini affila i coltelli: «Qualunque discorso sulla famiglia che venga fatto in Parlamento deve avere i voti esattamente come per le coppie di fatto - ha detto il deputato dell'Ulivo - chi volesse mettere in contrapposizione le due questioni deve sapere che se esiste un problema di maggioranza su un tema, potrebbe esistere anche sull'altro tema». Grillini è preoccupato per la presunta battuta d'arresto sui Dico: «In realtà, l'iter parlamentare non è stato interrotto. I Dico sono all'ordine del giorno dei lavori della Commissione Giustizia del Senato. Certo resta un mistero perchè la questione, che era da tempo già calendarizzata alla Camera, sia poi stata spostata al Senato, dove c'è un evidente problema numerico». Promette battaglia la Casa delle Libertà. «Non si illudano Fassino e compagni - ha ammonito Antonio Leone, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera - il sì del parlamento al governo Prodi non risolve nulla, è solo una tregua in attesa della ripresa delle ostilità nell'Unione. Vedremo quando ci sarà da decidere su Afghanistan, grandi opere, pensioni e Dico che fine farà la sicumera di Fassino e dei suoi alleati-coltelli». Sulla questione Dico è intervenuto anche l'ex ministro dell'Interno, senatore di FI Giuseppe Pisanu: «La legge arriverà al Senato e sarà bocciata. I Dico erano diventati dicevo alla vigilia del dibattito al Senato, con Romano Prodi sono diventati direi e con Fassino dirò». Gongola il senatore a vita Giulio Andreotti che ieri pomeriggio durante la presentazione del libro di Carlo Casini «Unioni di fatto, matrimoni, figli» ha detto: «Sono contento che Prodi ha stralciato i Dico. Del resto la sua convinzione personale è fuori di dubbio ma sono contento anche perchè se il testo è stato stralciato è perchè una parte della maggioranza non fa di questo un elemento essenziale. Ed è bene che sia così». Andreotti ha promesso che continuerà «a vigilare sui Dico: «Sono contro questa materia, io sono convinto della mia battaglia. Ci sono altri momenti in cui ci si adatta alle situazioni che cambiano ma qui si dà una consacrazione per legge alle unioni omosessuali e non mi pare giusto». Presente al dibattito anche la teodem della Margherita Paola Binetti: «Si possono salvaguardare i diritti individuali delle persone senza mettere in discussione il matrimonio come una unione tra uomo e donna sancita nella Costituzione». [email protected]

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