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Gasparri: «Ora non apriamo la crisi del centrodestra»

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Maurizio Gasparri, deputato di Allenaza Nazionale, sulle dichiarazioni di Silvio BerlUScuoni, che accusa qualcuno dei suoi alleati di aver fatto, nei giorni della crisi di governo, una «politica politicante», tende a smorzare i toni, soprattutto perché dice «litigare non porta da nessuna parte. Ora più che mai occorre tenere i nervi ben saldi». A chi pensa si riferisse Berlusconi con la sua frase «politico-politicante?» «Non lo so. Quello che so è che secondo me, negli ultimi giorni c'è stato un eccesso di discussione sulla leadership. È chiaro che Berlusconi incassa ma alla fine reagisce. Non giustifico quello che ha detto anzi penso che un uomo come lui debba riuscire a mantenere la calma e la pazienza. Anche perché, diciamocelo chiaramente, tutte queste discussioni sono un film già visto. In campagna elettorale c'è stata una forte tensione nella Cdl con parecchi esponenti che dicevano "tanto Berlusconi non ce la fa". E sappiamo come è andata. Poi è tornata un po' la quiete e adesso si ricomincia con le insofferenze nei confronti della sua leadership». Anche da parte di Fini? «Penso che in questo momento ci sia qualche problema tra i due. Io non penso che ammettere Berlusconi come leader sia un atto di umiliazione verso di lui, o addirittura di servilismo. Penso che sia per lo più lungimiranza politica. Berlusconi non è da rottamare o da archiviare. Anzi. Aver pensato questo è stato forse l'errore fatto in campagna elettorale. Dopo di che, secondo me Fini ha preso atto dei numeri sul partito di Forza Italia e lo ha dimostrato in diverse occasioni riconoscendo il ruolo di Berlusconi. Ma alla fine poi si finisce per fare queste inutili discussioni». Quale potrebbe essere la soluzione che alla fine mette tutti d'accordo? «Beh, Berlusconi sbaglia forse a non portare avanti il progetto di fare un partito unico, con chi c'è. Mi spiego. A questo punto perché non fare un partito nuovo? Con chi ci sta sul serio però. Magari non saremo più in quattro e saremo in tre o addirittura in due. Pazienza. Ma almeno è un punto di partenza concreto». Pensa a un partito Fi-An? «Dico solo che c'è bisogno di concretezza. Allora diciamo chiaramente chi c'è! Se per esempio la Lega non ci sta, rimane comunque tra gli alleati ma almeno noi partiamo con qualcosa di nuovo. Stessa cosa vale per l'Udc. Ecco Berlusconi dovrebbe sfidare gli alleati in questo senso, rilanciando questa suo progetto senza litigare». Un partito unico, che però avrebbe come leader sempre Berlusconi o pensa a qualcun altro? «Quando si parla di leadership ognuno tende a guardare nel suo orto. Facendo un partito unico forse questo problema si supererebbe. Intanto facciamolo, poi si vede se metterne a capo, nel futuro, Tremonti o Fini». Pensa che Fini si sia arrabbiato per le dichiarazioni del Cavaliere? «Le parole di Berlusconi non sono state gradevoli. Del resto, il fatto che lui abbia praticamente scelto quasi di non commentarle, fa capire che può essere rimasto un po' male. Accantoniamo le discussioni inutili che in un momento come questo rischiano solo di trasformare la crisi del centrosinistra in quella del centrodestra». Gia. Ron.

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