«Meno tasse solo nel 2009»
Gli italiani dovranno perciò attendere altri due anni prima di veder ridotta la pressione fiscale. Attenti a non sperarci troppo, però, visto che il ministro dell'Economia spiega che questo avverrà solo se le maggiori entrate registrate nel 2006 si confermeranno anche negli anni successivi. È una doccia fredda quella che Padoa Schioppa riserva agli italiani rispondendo a Montecitorio al question time. Il ministro ricorda che il calo della pressione fiscale, nel caso di un «successo» della lotta all'evasione, è già previsto, nero su bianco, dall'ultima Finanziaria. Questo non significa, però, che si tratterà di un meccanismo automatico. Secondo Padoa Schioppa bisognerà infatti verificare l'entità delle nuove entrate e la loro stabilità nel tempo. Insomma, il titolare di via XX Settembre, prende tempo e risponde così alle pressioni che arrivano dall'opposizione che, ormai da mesi, contesta il fatto che il ministro, nonostante una crescita di tutto rispetto delle entrate nel 2006, abbia comunque fatto una Finanziaria «pesante». Da non sottovalutare poi le richieste di parte della maggioranza che continua a chiedere di impiegare subito le risorse in più per alleggerire la pressione fiscale (qualcuno ha anche avanzato l'idea che questi soldi possano essere utilizzati per eliminare lo «scalone» introdotto dalla riforma Maroni sulle pensioni). Il tutto senza dimenticare le richieste della categorie produttive. Fedele alla filosofia prodiana del «le cose buone deludono tutti», Padoa Schioppa non concede niente a nessuno e rinvia qualsiasi intervento al 2009. Già, ma cosa succederà nel frattempo? Il ministro fissa date e scadenze. Per quanto riguarda il 2006 Padoa Schioppa chiarisce subito che l'impegno dell'esecutivo è innanzitutto indirizzato alla «ristrutturazione» dei conti pubblici. Le maggiori entrate registrate lo scorso anno, spiega, sono infatti andate «a riduzione dell'indebitamento e per questo ci aspettiamo cifre finali migliori». Per il futuro invece il ministro rimarca che «le maggiori entrate che risultassero dal successo della lotta all'evasione e all'elusione a un certo punto dovranno andare a riduzione del carico tributario, ma certo questo non potrà avvenire né nel 2007, né nel 2008». Per fugare ogni dubbio il ministro ribadisce che si potrà contare su maggiori entrate e quindi utilizzarle ma solo se saranno confermate anche «nel 2007, 2008 e 2009». In ogni caso il 2008 potrà in «essere l'anno in cui, avendo a disposizione un consuntivo, si potrà fare una valutazione e decidere. La parte restante, di cui non siamo in grado di valutare l'entità, andrà in misure che favoriscono lo sviluppo e la crescita». Nel frattempo gli ultimi dati disponibili appaiono comunque incoraggianti e lasciano ben sperare su chi attende un alleggerimento del carico fiscale: ad esempio la Banca d'Italia ha registrato fino a novembre 2006 una crescita delle entrate a due cifre, ovvero un +11,6% per le entrate tributarie che si sono attestate a 316,1 miliardi rispetto ai 283,2 dello stesso periodo del 2005. Un dato diverso da quello del Tesoro (perché calcolato in modo diverso) tanto che Padoa Schioppa spiega che le entrate l'anno scorso «sono state superiori alle previsioni, ma soprattutto alle previsioni del governo precedente che le stimava in 407 miliardi, saliti con la due diligence a 409 e col Dpef a 423». «Rispetto al nostro consuntivo finale - aggiunge - la differenza è solo del 3%, uno scostamento statistico che si verifica spesso». Si tratta comunque di risorse in più da destinare. Ma questo si vedrà appunto tra due anni. Un'ipotesi che, però, non convince il presidente della commissione Lavoro del Senato Tiziano Treu (Ulivo) che replica: «Ridurre le tasse è una priorità e se le entrate lo permettono, la riduzione è possibile già dal 2007».