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Almunia: «Serve una riforma per evitare che aumenti la spesa per la previdenza»

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Deve averlo pensato il commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia che, nell'analizzare il programma di stabilità presentato dal Governo Prodi per il quinquennio 2006-2011, non molla la presa. Pur giudicandolo «ampiamente coerente» con l'obiettivo di ridurre sotto il 3% il rapporto deficit/pil entro l'anno, infatti, Almunia avverte: «A causa del livello elevato del debito l'Italia deve attuare pienamente le riforme delle pensioni in modo da evitare incrementi significativi della spesa per l'invecchiamento della popolazione». Insomma, secondo Bruxelles, l'Italia è a un passo dall'«uscire dal tunnel», ma la riforma delle pensioni resta necessaria. Almunia spiega che, se l'aggiustamento strutturale del disavanzo procederà con «ritmo regolare», la Ue potrebbe decidere di abrogare la procedura di infrazione per deficit eccessivo nel maggio del prossimo anno, «quando la Commissione avrà in mano i dati definitivi del 2007 e le previsioni del 2008». Dunque, si intravede la luce, ed è la prima volta che il commissario lo dice in maniera così chiara. Anche perché il 2006 si è chiuso probabilmente «molto meglio» del previsto (grazie anche ai buoni risultati di cassa) ed il 2007, per un «effetto trascinamento», potrebbe a sua volta migliorare il 2,8% indicato nel programma di stabilità. Ma attenzione, avverte: l'Italia resta un Paese a «medio rischio», come Germania e Francia che però hanno una situazione dei conti molto migliore. E «ci vorranno alcuni anni - spiega - prima che Roma sia in grado di mettere completamente in ordine le proprie finanze». Basti pensare al debito pubblico che resta e resterà ancora per parecchio tempo «molto elevato», scendendo sotto il 100% solo dopo il 2010. E anche sul fronte del deficit le certezze della Commissione Ue si fermano a quest'anno, visto che dal 2008 in poi - spiega Almunia - non è chiara la strategia che il Governo Prodi intende seguire per mantenere il disavanzo entro i parametri del Patto di stabilità, a partire dalle politiche per contenere la spesa pubblica (sanità, previdenza, pubblica amministrazione). È proprio quest'ultima a creare «rischi considerevoli» sulla strada del risanamento. Ed è per questo che servono le riforme, a partire dalla «piena attuazione» di quella delle pensioni. Anche se il commissario Ue non fissa scadenze: «Nella nostra valutazione sul programma di stabilità non si indica l'anno, né si parla di 2007». Per Bruxelles l'importante è che da qui a quattro anni - il periodo preso in considerazione dal programma di stabilità - si raggiunga l'obiettivo della sostenibilità finanziaria di medio-lungo periodo. È questo l'impegno che l'Italia deve mantenere. Sarà poi il Governo a decidere in quali tempi agire, anche sul fronte delle pensioni. Ancora una volta, dunque, Almunia ribadisce la sua fiducia «a tempo» nell'operato del Governo. E, in particolare, nell'operato del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa che arriverà a Bruxelles lunedì per partecipare alle riunioni di Eurogruppo ed Ecofin. Possibile che in quell'occasione il commissario Ue gli parli dei suoi timori, quelli legati a un possibile allentamento del rigore per assecondare alcune forze della maggioranza. Le stesse preoccupazioni che Almunia ha più volte manifestato nel corso dell'iter parlamentare della Finanziaria. Il commissario, quindi, ribadirà come l'Italia resti un Paese sotto stretta sorveglianza: «Mancano dettagli e chiederemo ulteriori chiarimenti» sulle strategie per i prossimi anni, afferma.

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