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Otto le proposte presentate in aula

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Il centrosinistra si divide di nuovo, pioggia di mozioni

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Per la maggioranza Verdi, Rnp, Prc e Udeur hanno presentato ciascuno una mozione: i primi tre partiti chiedono al governo un disegno di legge sulle unioni di fatto entro gennaio, mentre l'Udeur vorrebbe che l'esecutivo non prendesse iniziative su questo tema, che vorrebbe tutto demandato al Parlamento. Sul fronte della minoranza, Udc, Fi, An e Lega hanno presentato altrettanti documenti nei quali in sostanza chiedono al governo di non intervenire con provvedimenti di riconoscimento delle unioni di fatto e di sostenere la famiglia fondata sul matrimonio. Il voto finale potrebbe esserci mercoledì. Il dibattito è cominciato ieri con l'intervento di Luisa Capitanio (Udc), secondo la quale le cosiddette unioni libere non sono analoghe a quelle regolate dall'unione matrimoniale e anzi molti di coloro che danno vita ad unioni di fatto vivono insieme in attesa di sposarsi. Capitanio ha sottolineato anche che «non esiste alcun vuoto legislativo», perché le norme attuali consentono a chi convive di poter tutelare le proprie volontà. Inoltre, un riconoscimento delle coppie di fatto porterebbe ad uno status di garanzie che sarebbero tutte «a carico della società». Per Forza Italia Enrico La Loggia, premesso che «la famiglia ha un ruolo fondamentale nella società», ha aggiunto che se «non si disconosce che ci sono alcune posizioni laiche sulle quali è aperto il confronto», tuttavia bisogna limitare questo «a garanzia dei diritti delle persone». La Loggia ha quindi definito «aberrante» il tentativo di introdurre nella legislazione la omologazione delle convivenze omosessuali che «sono scelte personali». Sempre a nome di FI Angelo Sanza ha sottolineato che «per modificare l'assetto giuridico dell'istituo familiare non si può procedere in maniera superficiale ed estemporanea come prova a fare l'attuale maggioranaza. Dal punto di vista giuridico appare improponibile una parificazione dei diritti di una famiglia naturale fondata sul matrimonio ad una coppia che liberamente decide di sottrarsi al vincolo civile contrattualistico del coniugio. E dal punto di vista etico con la forzata attenzione verso diritti individuali si creano le premesse per una equiparazione di fatto delle coppie di omosessuali». Sandra Cioffi (Udeur) ha detto che il suo partito ha presentato una «mozione autonoma, perché riteniamo che sia una questione al di fuori dei vincoli di maggioranza» che richiede «un confronto parlamentare». Maurizio Gasparri di An, ha chiesto che il governo «promuova iniziative concrete a sostegno della famiglia, e ha ricordato che durante la campagna elettorale da parte di partiti importanti dell'attuale maggioranza furono fatte molte promesse di sostegno alla famiglia, ma che nulla si è visto nell'ultima finanziaria, mentre il governo di centrodestra aveva adottato iniziative concrete». Enrico Buemi della Rnp ha detto che bisogna «riconoscere e formalizzare le convivenze di persone non unite nel matrimonio», riconoscimenti da prevedere fra maggiorenni, anche dello stesso sesso. Per i Verdi, Paola Balducci, ha detto che in Italia sono «più di 500 mila in convivenza dichiarata e più di un milione di persone si trovano in posizione analoga. Non c'è contraddizione tra tutela del matrimonio e tutela delle unioni di fatto», ha detto Balducci e ha chiesto che il governo presenti una legge che «dovrebbe prevedere diritti ma anche doveri» entro gennaio. Titti De Simone (Prc) ha chiesto al governo di impegnarsi «a presentare un ddl che disciplini in ambiente pubblicistico le convivenze delle coppie eterosessuali e omosessuali».

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