La moglie di Piergiorgio
«Mio marito non ha chiesto di essere ucciso, ha sospeso la terapia»
È stato addormentato per poter morire tranquillo, non è stato ucciso, ha chiesto solo che gli venisse interrotta una terapia». Così ha commentato Mina Welby, la moglie di Piergiorgio, le parole del cardinale Camillo Ruini. E sottolinea ancora una volta che non si può e non si deve parlare di suicidio. «Se Piero avesse voluto suicidarsi — afferma — lo avrebbe fatto prima». Secondo la moglie di Welby, la decisione di negare i funerali in chiesa al marito «è stata troppo precipitosa». «Quando il papa Giovanni Paolo II stava per morire — ha affermato Mina — i medici volevano attivare la respirazione forzata, ma lui ha detto no, "lasciatemi andare alla casa del Padre"». E Mina, cattolica, praticante, di famiglia fortemente religiosa, accosta le due morti, come più volte è stato fatto sui giornali. La domanda che non ha ancora trovato risposta è: «Perché è possibile rifiutare una terapia e non lo è interromperla?». Secondo Mina il cardinal Martini ha capito molto bene la situazione. «Soprattutto quando si riferisce alla legge francese del 2005 dove si stabilisce che quando una persona in fase avanzata o terminale di una patologia grave o incurabile qualunque ne sia la causa, decide di limitare o sospendere qualsiasi trattamento, il medico ne rispetta la volontà dopo averla informata delle conseguenze della sua scelta».