L'intervista al vicesegretario del Nuovo Psi
Caldoro: «Più vicini a Pier che a Boselli»L'ex ministro: «Con lo Sdi grande sintonia sui temi ma noi non andremo a sinistra»
In questa fase». Stefano Caldoro vuota il sacco. Il coordinatore nazionale del Nuovo Psi racconta le trattative, gli incontri e i faccia a faccia riservati tra parte dei centristi dei due poli. E soprattutto tra socialisti che stanno cercando un'intesa tra di loro e poi con l'Udc di Casini. Caldoro, tra voi e l'Udc sarà matrimonio? «Alt, procediamo con calma. Anzitutto, è vero che ci siamo visti e che ci vediamo con Pier e con Lorenzo Cesa». E siete vicini a un'intesa tra i due partiti? «Partiamo da quello che è certo. Siamo d'accordo su due punti". Quali? «Condividiamo il fatto di ritenere inadeguato l'attuale sistema politico, sull'attuale biporalismo. E poi siamo d'accordo anche sulla riforma elettorale, sul modello tedesco». E su questo secondo punto sono d'accordo un po' tutti i piccoli partiti, no? «Inutile nascondere che c'è una sorta di legittima difesa, di un tentativo dei grandi di cancellare i piccoli. Insomma, siamo contro i partiti unici». E quindi contro il referendum? «Non c'è dubbio». E con Boselli? Il segretario dello Sdi ha praticamente annunciato un prossimo accordo con il Nuovo Psi? «Non abbiamo nessuna intenzione di passare nell'Unione e continueremo la nostra convinta opposizione al governo Prodi. Una scelta diversa rafforzerebbe l'attuale e inadeguato sistema bipolare che insieme ad altri vogliamo superare». Tradotto dal politichese che vuol dire? «Quello che ho detto, mi sembra chiarissimo». No, scusi. Diciamo che Boselli vuole un'intesa con voi se voi andate nel centrosinistra? «Spero che non sia così». E voi non volete andarci, vero? «Non siamo interessati». Ma insomma, siete più vicini ai democristiani di Casini che ai cugini socialisti di Boselli? «In questo momento questa è la situazione». Possibile? «Intendiamoci. Nel merito, sulla giustizia, sulle pensioni, sulla riforma della Pubblica amministrazione, sull'Afghanistan con lo Sdi abbiamo le stesse opinione. Il punto è che noi pensiamo di superare l'attuale bipolarismo, Boselli no. Ritiene che basta che noi andiamo a sinistra e tutto è risolto. Mi pare tutto troppo semplice e non convincente». Ma che cosa ostacola il vostro passaggio a sinistra? «Guardi, quell'operazione lì fallirebbe. Come è fallito il progetto della Rosa nel Pugno. A sinistra si vuole archiviare con una battuta la questione socialista. Per noi no». E chi la vuole archiviare con una battuta? «Ha letto quello che ha detto D'Alema. Cito testualmente: "Per esprimere quel vasto campo di forze progressiste presenti nel mondo la parola socialismo non basta più". Una visione tutta domestica lontana dall'Europa». Nascerà una federazione di centro dei medi partiti? «È presto, la strada è ancora lunga. Sicuramente dovranno fare corpo per salvare la propria identità sia a sinistra che a destra».