L'economista in tv
Nicola Rossi, l'ex esponente Ds che ha recentemente lasciato il partito, ha spiegato la sua decisione intervenendo alla trasmissione «In mezz'ora», su Rai 3. «Il problema - sottolinea Rossi - è che sono mancate in questi ultimi dieci anni le battaglie culturali per definire l'identità riformista. E infatti l'Italia è cambiata ma non si sente più rappresentata dalla sinistra». E per l'immediato futuro della Quercia spera «in un atto simbolico prima del congresso». Rossi ha dato un giudizio critico sul governo Prodi: «Il suo operato è carente. La Finanziaria è stata preparata secondo schemi di 20 o 30 anni fa, si rivolge a un'Italia del passato, mentre invece bisognava dare un'idea del futuro». Un punto dolente dell'azione di governo è, a suo giudizio, la riforma delle pensioni. «Quando Prodi dice che un intervento sulle pensioni ci sarà sono contento, ma la politica deve essere chiarezza, altrimenti è meglio non parlare oppure dire che le pensioni non possono essere toccate per questo o quel motivo». Rossi ha assicurato che entrerà a far parte del Partito democratico («in realtà ne faccio già parte, sono nel gruppo parlamentare dell'Ulivo»), ma ha criticato gli obiettivi immediati dell'operazione: «Il Partito democratico mira a dare stabilità all'attuale assetto politico, ma questo è un compito piccolo. Il compito grande sarebbe quello di cambiare il sistema politico italiano». Una battaglia simbolica per far capire che la sinistra riformista è presente, ha detto ancora Rossi, dovrebbe essere quella sulla Pubblica Amministrazione.