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La Cdl ora spera che il governo metta la fiducia

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Ma, se si dovesse finire a parlare di fiducia al governo, come peraltro paventato, il centrodestra sarebbe quasi «obbligato» a votare Prodi. Netto il commento del leghista Calderoli: «Prodi metta la fiducia sul rifinanziamento della missione in Afghanistan - ha commentato - in modo che nessun voto possa arrivare dall'opposizione e si dimostri così sul campo se c'è ancora una maggioranza che guida il paese». «Abbandonare l'Afghanistan sarebbe un irresponsabile regalo al terrorismo che non soltanto ricadrebbe sulle coscienze di chi sostiene questa scelta politica, ma che soprattutto graverebbe sulla credibilità del nostro Paese», ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani. «Per senso di responsabilità - ha commentato l'ex presidente del Senato Pera - l'opposizione dovrebbe votare il rifinanziamento della missione ma, se i voti dell'opposizione dovessero risultare determinanti, Prodi dovrebbe trarne le conclusioni». A fare buon gioco in questo caso e per quanto concerne il decreto sul rifinanziamento della missione in Iraq, è la posizione del ministro degli Esteri D'Alema che continua a trovare consensi anche nel centrodestra: «Credo che D'Alema abbia detto delle cose sagge sul fatto che l'Italia non possa abbandonare l'impegno in Afghanistan - ha commentato il coordinatore Fi Bondi - Speriamo che le altre componenti del governo sappiano ascoltare il suo appello. In ogni caso Forza Italia continuerà come sempre ad assolvere alle sue funzioni nazionali, oggi tanto più importanti in quanto siamo e rappresentiamo la maggioranza degli italiani», ha concluso. Caruso ha sinceramente affermato l'idea guida dei radicalcomunisti e rossoverdi dell'Unione: lasciare l'Afghanistan per lasciare la Nato. Fingere di non vedere la radicale divisione nel governo oppure nasconderla sotto il tappeto della fiducia significherebbe soltanto passare dal riformismo alla irresponsabilità», ha affermato il capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volonté. «La divisione estremamente pericolosa della coalizione di maggioranza è totale. Lo scontro permanente non può durare oltre, i comunisti non potranno deludere i movimenti no-global e antiamericani che li hanno votati, nemmeno potranno seguire Prodi dalla base Usa fino a Kabul. Se ne prenda atto, la maggioranza variabile sarà continua e una nuova fase politica si aprirà per le riforme e la difesa della "serietà" nazionale. Il carnevale dell'Unione si chiude amaramente e Giordano, Pecoraro e Diliberto guidano la rivolta contro il proprio esecutivo. Uno spettacolo - ha concluso Volonté - semplicemente indecente e antinazionale». «Il governo Prodi ormai è allo sbando e appare sempre più come una nave senza un timoniere capace di indicare la rotta. Così ancora una volta con le vicende Vicenza e Afghanistan, emergono le contraddizioni di uno schieramento», ha affermato Antonio Tajani, Fi.

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