Il richiamo di responsabilità a Fini: «Niente ostruzionismo dalla destra»
Il Guardiasigilli Clemente Mastella avverte i suoi alleati di maggioranza: «C'è una linea di politica estera alla quale bisogna attenersi. Oppure noi rompiamo il patto con gli Stati Uniti, ma allora siamo in presenza di un'altra politica estera che non è la mia quindi non starei più in questo governo perchè sarebbe un governo di sinistra e non di centrosinistra». Così il ministro liquida i mal di pancia dentro la maggioranza sulla base di Vicenza ed in vista del rifinanziamento della missione a Kabul. E aggiunge che «mettere in parallelo l'Afghanistan e l'ampliamento della base di Vicenza non c'entra nulla. Credo che il provvedimento sul rifinanziamento delle missioni all'estero passerà e penso che ci saranno i numeri anche al Senato». Sulla possibilità che i ministri Pecoraro Scanio e Ferrero possano non pronunciarsi, Mastella osserva che «da parte loro c'è una sollecitazione di una mobilitazione che è un pò diversa da quella che posso frequentare io sulla politica estera». A chi gli chiede se sul voto ci voglia una maggioranza autonoma, il Guardasigilli risponde: «Io precedentemente non ho votato per convenienza ma perchè questa è la mia cultura, a favore della presenza delle truppe italiane, dando un aiuto al governo. Spero che facciano così anche gli altri. Se l'idea di Fini - prosegue - è quella della convenienza, francamente non mi sembra una cosa intelligente, siccome io lo ritengo intelligente non può ragionare in termini di convenienza». Mastella ha pure invitato tutti ad assumersi le proprie responsabilità: «Sarebbe scorretto che la vecchia maggioranza si astenesse dal voto o votasse contro come dice Fini. Io penso che Fini oltre a un leader voglia essere anche uno statista. C'è un problema che riguarda la dignità dell'Italia e non è che per Fini vale la dignità del Paese vale solo quando è al governo. Altrimenti Fini aspirerà ad essere uno statista nel 2500 dopo Cristo». E intanto Maurizio Gasparri, dell'esecutivo di An, ha ribadito che dalla Cdl non dovrà venire alcun «soccorso a Prodi» sul rifinanziamento della missione. «Archiviare» il governo è prioritario sulla coerenza in politica estera, prima «di salvare l'Afghanistan dobbiamo salvare l'Italia»: «Sulla vicenda di Vicenza e sulla presenza militare italiana in Afghanistan - ha sottolineato - si squaglia la cosiddetta maggioranza che dovrebbe sostenere Prodi. C'è una posizione antiamericana che emerge in maniera anche all'interno del Parlamento. Ora, quando si dovrà poi tornare in Parlamento a discutere della presenza militare in Afghanistan, il centrodestra ha il dovere di evidenziare la mancanza di numeri dell'Unione».