Il Consiglio dei ministri approva il Codice delle autonomie: più competenze ai Comuni
Un documento di trenta pagine che, all'articolo 5 (pagine 11 e 12), istituisce Roma Capitale. Tra pochi mesi, dunque, il Parlamento voterà la riforma che assegnerà poteri e fondi alla città eterna. Significherà, in concreto, dare maggiore autonomia alle istituzioni romane, tagliando i tempi per l'approvazione di tanti provvedimenti: dall'edilizia pubblica e privata ai trasporti, mobilità e servizi sociali. «Oggi per Roma è un giorno importante», ha detto il sindaco Veltroni, che ha aggiunto: «È un passo, questo compiuto dal Governo, lungamente atteso. Con la definizione dei decreti delegati che verranno successivamente adottati, Roma potrà finalmente disporre, come in tutti gli ordinamenti stranieri, dell'autonomia necessaria per svolgere efficacemente, nell'ambito dell'attuale Provincia, che resta istituzione fondamentale per le esigenze di area vasta, le funzioni di Capitale, funzioni di cui la nostra città si onora e che intende esercitare al meglio nell'interesse dei cittadini e della nostra Repubblica». Soddisfatto anche il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo: «Aspettavamo da tempo che alla città venissero riconosciuti i poteri che le competono. Il fatto che sia previsto un raccordo istituzionale tra Roma Capitale, la presidenza del Consiglio, la Regione Lazio e la Provincia è la garanzia che si continuerà a procedere tutti fianco a fianco». Contento anche il numero uno di Palazzo Valentini, Enrico Gasbarra: «La Provincia di Roma continua a esistere e a svolgere il suo ruolo, ampliando le sue funzioni con i poteri che spettano alla Capitale. Nel punto I dell'articolo 5 sono infatti indicate le funzioni di Roma Capitale e quando incidono su servizi essenziali, anche per l'area esterna alla Capitale, possono essere esercitati pure dalla Provincia di Roma d'intesa con il Comune di Roma». Di «svolta storica» parla il segretario romano dei Ds Esterino Montino. E se per il capogruppo dell'Ulivo in Campidoglio, Pino Battaglia, l'impegno preso da Prodi è «un segno concreto del riformismo» della coalizione, l'assessore al Decentramento, Lucio D'Ubaldo, avverte: «È essenziale che attorno a questo processo di riordino istituzionale ci sia un dibattito forte e trasparente che coinvolga la pubblica opinione e le assemblee elettive per evitare operazioni verticistiche». L'opposizione storce il naso. «Nonostante l'enfatico protocollo sottoscritto dal sindaco Veltroni e dal presidente Prodi in cui si prometteva una legge su Roma Capitale entro 100 giorni dall'insediamento del governo, ci sono voluti 247 giorni per partorire il topolino di un'approssimativa e confusa legge delega», spiega Gianni Alemanno (An). «Di bluff» - sottolineando i tempi lunghi dell'iter parlamentare - parla anche il capogruppo di An in Consiglio comunale Marco Marsilio. Ma le novità non sono soltanto per Roma. In tutto saranno nove le città metropolitane che - se saranno costituite - prenderanno il posto di almeno altrettante Province: oltre la Capitale anche Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, e Napoli. «Questo provvedimento chiede un po' a tutti di rimettersi in discussione, di ridefinire il proprio ruolo», ha detto il ministro agli Affari regionali e Autonomie locali Linda Lanzillotta. Per il ministro dell'Interno Giuliano Amato «c'è un rovesciamento della piramide italiana per cui in principio era lo Stato. Si torna all'Italia radicata nei Comuni».