Rifinanziamento
«Ho letto anch'io dichiarazioni in questo senso, mi pare automatico», spiega il viceministro agli Esteri con delega alla Cooperazione Patrizia Sentinelli riguardo la possibilità che Rifondazione comunista non dia il proprio voto al rinnovamento delle missioni all'estero dei militari italiani. Ma il governo è a rischio sulla questione di Vicenza? «Mi auguro proprio di no. Abbiamo ancora molte cose da fare, è bene che ci sia dialettica e contrasto per trovare convergenza su punti che io considero più avanzati», replica Sentinelli. E anche il ministro «verde» dell'Ambiente annuncia il voto negativo del suo partito: «Spetta all'Ulivo e al presidente del Consiglio presentare una proposta per una exit strategy dall'Afghanistan. Il semplice rifinanziamento della missione non lo votiamo», asserisce Alfonso Pecoraro Scanio. E aggiunge con un gioco di parole: «L'Ulivo chiarisca se il ramoscello d'ulivo nel simbolo vale ancora qualcosa o se al posto della colomba della pace vogliono metterci il falco». Il Pdci arriva a parlare di tradimento: «Non ci aspettavamo questa scelta da parte del governo. Le ultime prese di posizione in politica estera avevano dato il senso di una discontinuità forte, di una ripresa dell'autonomia del nostro Paese», afferma Manuela Palermi, capogruppo Verdi-Pdci a palazzo Madama. «Ancora una volta, invece, ci mettiamo al carro della politica statunitense. Una politica non solo sbagliata, ma anche fallimentare: basta vedere come vanno le cose in Iraq, in Afghanistan o in Africa». Il governo, dice Palermi, «sta operando uno strappo grave in merito anche agli impegni assunti con i senatori pacifisti durante il voto sulla missione in Afghanistan. Allora votammo sì alla fiducia anche perchè in una lettera il ministro Parisi affermava che non c'era alcun accordo sottoscritto bilateralmente in modo definitivo tra Italia e Usa circa l'insediamento della nuova base Usa a Vicenza. Oggi - conclude - quegli impegni sembrano non avere più alcun valore».