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Il presidente del Consiglio «promosso» a regista

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Prodi: «Faremo le riforme»Ma l'ala radicale continua a spingere il piede sul freno

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Ne vedremo i frutti nei prossimi mesi». Così Romano Prodi ha commentato ieri il vertice di Caserta, soddisfatto di aver ricevuto il compito di «far sintesi» tra le varie posizioni. Anche esponenti Ds e Dl, a partire da Francesco Rutelli, hanno smentito le cronache dei quotidiani che hanno parlato di divisioni. Ma anche ieri ci sono state nuove sollecitazioni ad «accelerare» sulle riforme da parte dell'ala riformista, cui hanno risposto con diffidenza esponenti del Prc, del Pdc e dei Verdi. «La volontà riformatrice è emersa chiarissimamente a Caserta», ha detto Prodi. «Abbiamo cinque anni per cambiare il Paese. E lo faremo». Il compito affidatogli di mediare tra le varie posizioni dell'Unione, poi, non è un sotterfugio per mettere nel cassetto le riforme: «È il presidente del Consiglio che ha la responsabilità della sintesi sulle grandi scelte del Governo. Siccome sento questo ruolo lo porto avanti». Rutelli ha smentito la versione dei giornali che lo hanno descritto come il frenatore delle liberalizzazioni portate a Caserta da Bersani. E anche quest'ultimo ministro, sul «Sole 24 Ore» ha escluso che vi siano state divisioni. Sulle liberalizzazioni, ha detto Rutelli «abbiamo nel programma di Governo una strategia chiara per la crescita economica, a favore del cittadino consumatore, per la concorrenza e l'apertura dei mercati». Insomma le liberalizzazioni «vanno fatte presto e bene. Appena Bersani presenterà il suo nuovo pacchetto, lo discuteremo e l'approveremo come è già accaduto a luglio». Rutelli, inoltre ha sottolineato l'urgenza di approvare subito in Parlamento, i provvedimenti già presentati «su energia, diritti dei consumatori, e sui servizi pubblici locali». E anche il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, parlando delle riforme di sua competenza, mostra di voler andare avanti pur «con la regia di Palazzo Chigi». Nell'agenda mette non solo le pensioni (con la revisione dei coefficienti prevista dalla legge Dini), ma anche gli ammortizzatori sociali. Certo, nello schieramento riformista, i mugugni ci sono. Pierluigi Mantini, liberal della Margherita, parla di «delusione» per l'esito di Caserta, e annuncia di aderire all'iniziativa bipartisan dei «volenterosi» sulle riforme. Per il capogruppo della Rosa nel Pugno, Roberto Villetti «a Caserta si è battuta la strada del rinvio», il che dimostra che «Prodi, nonostante le sue buone intenzioni non riesce a governare ma è prigioniero della sua coalizione». E se dal fronte riformista arrivano sollecitazioni ad «accelerare», la sinistra radicale continua a frenare. Una contrapposizione che, in genere, ha sempre lo stesso risultato: l'inerzia.

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