dall'inviato ROCCARASO — Arriva vestito casual.
E annuncia: «Qui mi sento a casa mia, così come si sentono i dirigenti di Forza Italia quando vengono alle feste di An». E strappa il primo applauso. Gianfranco Fini fa la sua prima apparizione a Neve Azzurra, la kermesse forzista che apre l'anno. E galvanizza i militanti azzurri. Parla come leader di tutta la Cdl, con toni berlusconiani e assicura quello che tutti qui voglionio sentirsi dire: la fine di Prodi è vicina. E lo dice con un ragionamento che finora aveva fatto proprio Silvio Berlusconi ma mai in pubblico, solo in qualche confessione con qualche consigliere. E il ragionamento del Fini-Berlusconi è semplice. Alle prossime amministrative votano undici milioni di persone, più di un quarto dell'elettorato italiano. Dunque, non si scherza. Se il centrosinistra perderà qualche città e il centrodestra avrà una forte affermazione, la crisi del governo è prossima. Prossima quanto? Fini si muove come un equilibrista. Dice che «si avvierà un processo di dissoluzione della maggioranza». Poi aggiunge che «qualcuno penserà a cambiare il capitano prima che la nave affondi». Quindi sottoilinea che «nessuno resterà alla guida». Infine, stretto dalle domande dei giornalisti capitola e confessa: «Diciamo che qualcuno staccherà la spina». Dunque, il leader di An prova a riorganizzare il ragionamento: «Se dovessimo vincere noi alle prossime amministrative, confermandoci soprattutto nelle grandi città ed invertendo la tendenza là dove ha vinto il centrosinistra, si metterà in moto un processo di dissoluzione della maggioranza, perché nessuno rimarrà a guardia del bidone di benzina». L'ex vicepremier non aggiunge altro, ma è chiaro che si riferisce a settori dei Ds che a quel punto comincerebbero a rendersi conto che restare al governo con Prodi al comando non conviene, fa persino perdere voti. Una linea sulla quale si potrebbe ritrovare anche parte della Margherita e singoli centristi della maggioranza: «Ogni riferimento ai moderati del centrosinistra - spiega infatti - è puramente voluto». E ribadisce, «se vinciamo le amministrative suonerà la campana dell'ultimo giro per Prodi, perché non credo che ci sia qualche partito pronto ad affondare con lui». Non è un caso che il resto del discorso del leader di An verte tutto su Prodi, «l'unico vero bluff della politica italiana». «L'unico modo che Prodi ha di restare al governo è quello di galleggiare senza prendere decisioni, come dimostra Caserta», annuncia. Sottolinea che «non è ostaggio della sinistra radicale ma ne è il suo megafono, nella sua storia non c'è nulla di moderato». Sul futuro del centrodestra è fiducioso. Sottolinea che è necessario scegliere bene i candidati notando bene alla loro reale forza e non alla appartenza di partito. Annuncia che prossimamente Berlusconi rilancerà la federazione della Cdl e si mostra sicuro che non ci saranno salti della quaglia da parte dell'Udc: «Nessuno salirà sulla zattera delle medusa». Tranquillo, non si spinge oltre. Ma le trattative per il dopo Prodi sono già avviate. F.D.O