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Amministrative, la Lega si tiene le mani libere

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Il Carroccio ha ribadito il no secco al referendum sulla legge elettorale. Da questo dipenderanno le alleanze future

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Sono questi i termini pronunciati più spesso negli interventi della prima giornata del congresso nazionale della Lega Lombarda che si è svolto ieri a Milano e al quale oggi partecipa il leader del Carroccio Umberto Bossi. Le questioni di attualità sono soprattutto due, e legate fra loro: la legge elettorale e le alleanze in vista delle prossime amministrative. La Lega - nelle dichiarazioni della prima giornata in cui hanno parlato soprattutto i segretari provinciali, i sindaci più importanti, gli assessori regionali e il presidente del Consiglio lombardo Ettore Albertoni — pensa ai suoi obiettivi e valuta gli alleati di conseguenza, senza preconcetti fra destra e sinistra. Il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, Roberto Calderoli, ha spiegato infatti che il partito del Carroccio «guarda a 360 gradi e oltre». E Matteo Salvini, che è segretario provinciale di Milano, ha subito dopo confermato nel suo intervento: «Non siamo alleati sempiterni. Non siamo né di destra né di sinistra, siamo lombardi». E soprattutto leghisti «uniti» al di là delle polemiche degli ultimi tempi su chi sarebbe stato il nuovo segretario nazionale prima della decisione di confermare Giancarlo Giorgetti, che è candidato unico. «Io sono passato per essere un accoltellatore — ha ironizzato Salvini — ma non uso un coltello da quando avevo otto anni e facevo parte dei boy scout. La Lega è più unita che mai». Ed è pronta a «riappropriarsi della propria identità e dei propri compiti» come ha spiegato il sindaco di Varese Attilio Fontana, ovvero «creare un popolo del Nord cosciente. Il risultato del referendum ci ha fatto capire che la gente non lo era». Anche l'ex ministro Roberto Maroni ha ricordato la consultazione sulla devolution definendo il congresso che si sta svolgendo a Milano «un segnale molto forte di ritrovata unità dopo un periodo difficile segnato dalla sconfitta del referendum» e anche un momento di «investimento sull'autonomia e sull'identità della Lega». Il segretario lombardo Giorgetti (che ha detto di ricandidarsi «di slancio e con la spinta di Bossi») ha invece sottolineato che il Carroccio «è in una fase nuova» in cui bisogna «rilanciare la battaglia federalista in base ai nuovi dati dell'agenda politica». Uno è il referendum sulla legge elettorale (a cui il partito del Carroccio ha subito detto un secco no). Anche da questo dipenderanno gli accordi della Lega Nord per le prossime elezioni amministrative. «Senza chiarezza di scelta su questo punto — ha concluso Giorgetti — è per noi difficile prendere una decisione su alleanze con chiunque».

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