Il centrodestra contro il premier «Questo governo è già finito»

Tutta l'opposizione si trova compatta nel bocciare il conclave del governo alla Reggia di Caserta. Al centro delle critiche più accese l'annuncio di Prodi degli stanziamenti a favore del Mezzogiorno e il rinvio ad un secondo tempo delle liberalizzazioni e della riforma delle pensioni. Il primo ad «aprire le danze» è il presidente di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini: «A Caserta Prodi si è travestito da mago Houdini: l'annuncio ad effetto sulle risorse per il Sud è infatti solo illusionismo». E aggiunge: «L'esecutivo non ha fatto altro che rispettare gli impegni presi con l'Unione europea, muovendosi nella cornice definita nel 2005 sulla base di un accordo tra il governo Berlusconi e le Regioni». E ancora: «La somma indicata dal Cdm sarà spalmata in sette anni e quindi si tratta di risorse virtuali non superiori a 13 miliardi l'anno. Inoltre le risorse previste a valere sul Fas e sui Fondi strutturali, confrontate con il periodo 1999-2006, evidenziano una riduzione, passando da circa 90 miliardi di euro a circa 80 miliardi di euro». Mario Landolfi, di An, osserva che «hanno vinto i "Prodinotti" ed hanno irrimediabilmente perso i sedicenti riformisti dell'Unione». Spiega l'esponente di An: «Il rinnovato asse tra premier e sinistra radicale ruota intorno ad un programma devastante per l'economia nazionale: dissipare la cospicua eredità finanziaria assicurata dalle politiche del governo di centrodestra senza mettere mano a nessuna delle riforme annunciate». Per l'ex ministro Tremonti Prodi confonde i milioni con i miliardi, «ma rimetteremo noi le cose a posto - ha detto - quando torneremo al governo». «Caserta - attacca il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - ha certificato che questo governo è già in crisi. Tutti i problemi sono stati accantonati e rinviati. Le conseguenze di questa situazione sono a carico del Paese e di tutti gli italiani». Sullo stesso punto si concentrano le critiche della Lega, che parla di «furto al Nord». «Sui 123 miliardi di euro che il nostro Paese avrà a disposizione - ricorda Roberto Calderoli - ben 100 verranno destinati al Sud. Visto che queste risorse derivano anche dalla spremitura del lavoro del Nord, siamo davanti a un furto. Ringraziamo pertanto per queste elemosine, ma siamo certi che il Nord saprà come ringraziare questo Governo, al momento opportuno, con il voto mandandolo a casa». Il presidente dei senatori della Lega Nord Roberto Castelli afferma che «dal raduno borbonico esce una bella beffa per il Sud e un nuovo danno per il Nord. Ancora una volta - aggiunge - la sinistra vede il Nord come una colonia da cui pompare risorse senza dare nulla. Per il Sud invece si tratta di una vera beffa perche questi cento miliardi sono virtuali, perche questi soldi sono solo una promessa a futura memoria e come tutte le promesse di Prodi - conclude l'ex guardasigilli - non sarà mantenuta». Per Roberto Maroni, Caserta fa registrare un «ritorno al passato» grazie alla «riedizione della famigerata Cassa per il Mezzogiorno». «Siamo molto delusi. Se questo è l'esito - prosegue - si tratta solo di rinvii e mi sembra un grande flop». Il segretario dell'Udc Cesa afferma che «Per il sud ci sono cento miliardi di chiacchiere. La verità è che Caserta è stato un flop - aggiunge - un fallimento, la resa dei riformisti alla sinistra massimalista». il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione commenta: «Mi pare che Caserta confermi la ragioni delle dimissioni di Nicola Rossi dai Ds: il progetto riformista di questa maggioranza è finito, non esistono due strategie, non c'è la strategia delle riforme e quella dell'alternativa, c'è la strategia del galleggiamento: "non facciamo niente salvo dividerci tutti posti di poter possibili e attribuire il massimo di posizioni ai gruppi sociali che consideriamo vicini alla maggioranza". Non è quello di cui ha bisogno l'Italia».