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di NATALIA POGGI «LAVATI le manine, tesoro» dicono le brave mamme prima di mettere i figli a tavola.

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Non è una boutade, perchè dopo il non-scoop dell'«Espresso» sul degrado igienico (e ordinario) in cui versa il Policlinico Umberto I di Roma, dopo le foto di medici e paramedici incamiciati e inzoccolati immortalati al bar davanti al cornetto e al caffè, dopo la denuncia dei topi nelle corsie del Cardarelli di Napoli il Ministero della Salute ha voluto (si badi bene: non era un atto dovuto) andare avanti. Per inciso l'ultima denuncia dal Policlinico romano è da film dell'orrore: un anno fa, la direzione dell'Umberto I ha dovuto ingaggiare le scorte armate ai cadaveri per evitare che gli venissero espiantate le cornee». Nonostante tutto il ministro Livia Turco è ottimista: «Ho voluto l'inchiesta per non gettare fango sulla tanta buona sanità che c'è in questo paese» ha detto ieri nel presentare i risultati dell'ispezione tempestiva che i Carabinieri dei Nas hanno condotto l'8 e il 9 gennaio in 321 ospedali (in totale sono 672) del Belpaese. «I cittadini italiani possono continuare ad avere fiducia nella sanità italiana». Dall'indagine, ha confermato il generale Saverio Cotticelli responsabile dei Nas, è emerso un quadro positivo. «Il 46% delle strutture è in regola, nel 36,4% sono state rilevate alcune violazioni amministrative, nel restante 17,4 vere e proprie irregolarità che prevedono segnalazioni, già eseguite, all'autorità giudiziaria» ha spiegato il generale aggiungendo che sono state denunciate 111 persone di «varie professionalità». Il generale ha sottolineato «che è stato trovato solo disordine e incuria dei locali, ma nulla che interferisca con le prestazioni sanitarie». Davvero un'indagine con i controfiocchi e niente affatto annunciata: «Sono stati 35 i Nas in borghese attivati per le indagini - ha detto Cotticelli - gli uomini migliori per titolo di studio ed esperienze precedenti». In tutto tra agenti in borghese e uomini in divisa messi in campo per accompagnare i Nas nelle ispezioni, sono stati attivati 1.500 carabinieri. «Ora - ha concluso il generale dei Nas - proseguiremo le indagini». Sono stati apposti i sigilli solo a due locali deposito (non aperti al pubblico) per gravi carenze. Ma di che tipo? «Violazioni al settore della sicurezza che non riguardano l'igiene e il pericolo di infezioni, ad esempio una manigliona antipanico rotta». Oppure muri scrostati, linoleum rotti. Sporcizia tanta ma nei sotterranei mica nei reparti. E i topi in corsia? «La derattizzazione era stata fatta, purtroppo sono riusciti a passare da una porta malfunzionante....». Sono state trovate anche medicine scadute: «Un'inezia: 277 scatole su milioni di confezioni». Una classifica di buoni e cattivi è stata comunque stilata: gli ospedali con più irregolarità si concentrano nel Sud, soprattutto in Calabria e Sicilia (in terza posizione il Lazio). Mentre in Trentino-Alto Adige e Liguria la fedina è immacolata. Il ministro Turco ha così lanciato le sfide-obiettivi per governare la sanità: disomogeneità della qualità del servizio sanitario ai cittadini sul territorio nazionale, rapporti tra pubblico-privato, nuove regole per accreditamento e appalti e innovazione delle strutture sanitarie. «Chiederemo alla Regioni che si stabilisca una catena di responsabilità, non può esistere che un ospedale italiano non sia pulito. Aumenteremo il finanziamento per l'ammodernamento delle strutture e dei nosocomi per la sanità deve essere considerata un investimento». E infine un appello il ministro l'ha poi lanciato ai cittadini-pazienti: «Non rassegnatevi all'incuria, agli ospedali non puliti, alle piccole e grandi giustizie che subite. Fatevi sentire, denunciate a chi di dovere e aiutateci a mantenere una sanità sana».

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