dall'inviato SÌ, qualcosa sarebbe successo.
«C'è Marco dentro» dicevano. E Pannella più che un marco è una marca, una marca sicura. Come una garanzia. Il leader radicale, al secondo vertice di maggioranza della sua vita (il primo era stato quello di Villa Pamphili), ha tirato la zampata del vecchio leone, la zampata che provoca un casino. Di nuovo i radicali, i terribili radicali. Che mandano a monte la ritualità e la solennità prodiana. È accaduto quando, ad inizio del vertice, Prodi ha mandato via anche le poche telecamere fatte entrare, via pure i collaboratori dei ministri, portaborse e quant'altro. Si chiudono le porte, Prodi comincia a parlare in modo solenne. E si spalancano le finestre dell'etere. Nel senso che la sua voce non rimane tra quelle mura, ma viene sbandierata ai quattro venti, va in onda in tutta Italia e persino su Internet, dunque potenzialmente in tutto il mondo. Che cosa è successo? È successo che Pannella ha telefonato a Radio Radicale e si è fatto mandare in onda, poi ha poggiato il telefonino sulla scrivania con il microfono diretto verso il presidente del Consiglio. In verità la voce di Prodi, per circa mezz'ora, si è sentita piuttosto male, s'è capito solo che stava facendo un richiamo, guarda caso, alla trasparenza. Qualcuno si è accorto della bravata pannelliana e gli ha detto: «Marco, ma che fai?». E lui s'è messo a gridare - questo sì, s'è sentito benissimo in radio -: «La tradizione continua... Radio radicale per anni ha trasmesso i discorsi delle Camera, mi felicito». Prodi ha sbottato: «Ma non esiste». Subito dopo si è udito trambusto, voci che si accavallavano, probabilmente più richiami rivolti al leader radicale. Certamente uno molto deciso è arrivato da Antonio Di Pietro, che da diversi giorni è in polemica aperta con la ministra radicale Emma Bonino. Lo si è intuito non tanto dalla voce del titolare delle Infrastrutture, quanto dalla replica dello stesso Pannella: «Piantala di usare linguaggi da poliziotto invece che da magistrato». E poi, in modo piuttosto minaccioso, ha aggiunto: «Statt'accuorto», stai attento. Che nel linguaggio della mala è anche l'ultimo richiamo verbale, poi si passa alle vie di fatto. Quindi ha concluso: «Tonì, occupati di Italia dei valori, del resto me ne occupo io». Infine è stato lo stesso Pannella a chiedere la sospensione della trasmissione pirata: «Presidente, facciamo così, se mi consenti. Se stiamo ancora trasmettendo vorrei invitare, per quel che vale, Radio radicale a sospendere». La trasmissione è stata sospesa anche perché al telefonino di Pannella era finita la batteria. Pochi minuti dopo gli è stato inviato, attraverso un commesso, un nuovo cellulare, pronto all'uso. E Pannella è tornato in onda, per altri undici minuti, ma solo per il suo intervento. F.D.O.