Udc e Forza Italia
Ieri in via dell'Umiltà, nella sede degli azzurri c'è stato un vero e proprio via vai di rappresentanti e membri di partito di tutta l'opposizione per discutere della riforma della legge elettorale, uno dei nodi cruciali di questo momento e su cui Forza Italia sta cercando di trovare una mediazione. Infatti è proprio il partito azzurro che sta cercando di guidare i giochi, (in vista anche dell'atteso appuntamento di oggi con il ministro per le Riforme, Vannino Chiti), sulla possibile collaborazione dell'opposizione ad una riforma elettorale in alternativa al referendum. Ma si sa, mettere tutti d'accordo non è impresa facile, tanto che ad un certo punto della giornata aleggiava anche qualche «tensione-freddezza» tra Fi e Lega, tra l'altro unici assenti all'appello di ieri. Se all'inizio si pensava ad una sorta di allontanamento tra Berlusconi e Bossi, perlomeno sulle posizioni (secondo i «lumbard» gli azzurri sarebbero troppo lanciati sul referendum), in serata il Cavaliere, chiacchierando con i giovani del partito, ha messo in chiaro il suo ottimismo sulla possibilità di trovare un'intesa in Parlamento, sgombrando dal campo ogni dubbio di una ipotetica «freddezza» con il leader del Carroccio: «Sarà una riforma condivisa e concordata in tutto il centrodestra». Ed è per questo, sottolinea ai suoi l'ex premier, che è importante restare uniti e «non far sentire solo Umberto», del resto, «la legge elettorale l'abbiamo fatta noi ed è giusto che la difendiamo». Ma, dice, «deve essere chiaro che per noi la via parlamentare è quella maestra». «Il nostro obbiettivo - è il ragionamento dell'ex premier - è quello di lavorare in Parlamento a una modifica dell'attuale legge che comunque ha funzionato, visto che alla Camera ha garantito stabilità, ma che va aggiustata solo per quanto riguarda il Senato». Secondo Berlusconi, «su queste basi un accordo è possibile». Quanto al referendum, sottolinea Berlusconi rivolgendosi alle perplessità leghiste, «non è una questione che si pone oggi e sarebbe pertanto assurdo dividersi adesso su questa prospettiva». Ragionamento questo che pare sia piaciuto, tanto che oggi alle 12 si terrà il confronto Lega-Forza Italia. Una giornata comunque quella di ieri cominciata con i piccoli partiti, tra cui anche la Dc di Gianfranco Rotondi, il quale al termine dell'incontro, esprimendo soddisfazione per come era andata la riunione con «gli amici», ribadisce che «l'attuale legge è ottima, garantisce la governabilità come si vede anche con un risultato elettorale al cardiopalma. Naturalmente, tutti i capolavori sono migliorabili e, dunque, non chiuderemo la porta al tentativo del ministro Chiti, purchè, spiega, ci sia come base di discussione l'attuale legge elettorale». Nel pomeriggio, poi, è stata la volta dell'Udc e di Alleanza Nazionale. Il risultato dell'incontro tra gli azzurri e i centristi è stato un comune netto "sì" a migliorare l'attuale legge elettorale, discutendo sul modello tedesco e respingendo quello francese. Ma soprattutto, diversamente dal clima di «distanza» passato, tutti d'accordo nel «definire una posizione comune a tutti i partiti dell'opposizione», essendo d'accordo «sulla sostanziale positività della legge elettorale esistente, certo bisognosa di miglioramenti». Infine ultimo incontro della giornata, quello con il partito di Gianfranco Fini. Anche An converge sulla tesi che in Parlamento è possibile «migliorare la legge». Ma c'è un «ma». Chiarito da Fini in serata. «An, dice, è pronta a discutere anche in Parlamento, a condizione che l'eventuale riforma della legge elettorale confermi una logica bipolare, dia più potere ai cittadini e meno ai partiti, porti ad una semplificazione del quadro politico». E conclude: «Se così non sarà, siamo pronti a sostenere il referendum».