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NELLE linee guida sulla riforma della Rai presentate dal ministro Gentiloni, il presidente della commissione ...

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«Di solito - ha detto Landolfi - quando il Governo vuole riformare un settore presenta un articolato, un progetto di legge. Qui, invece, si apre un dibattito il cui fine ultimo è lo spezzatino della Rai, la svendita a qualcuno. Questo mi sembra il succo politico dell'operazione». Landolfi è «d'accordo con l'idea di una fondazione come azionista, ma è un obiettivo raggiungibile anche a legislazione vigente. Sono invece fermamente contrario - ha sottolineato - alla divisione in più società», che prefigura «lo spezzatino dell'azienda e l'ingresso di capitali privati dentro la società finanziata esclusivamente dalla pubblicità. Si va verso la cessione di una parte della Rai ai privati, non mi sembra un buon modo per garantire l' unitarietà del servizio pubblico». Per il presidente della Vigilanza, comunque, «si può ragionare sull' ipotesi di un canone triennale, nonchè immaginare, come prevedono le linee guida, esenzioni per i meno abbienti, togliendo questo odioso balzello a carico di chi non se lo può permettere» Negativo anche il commento dell'ex ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. «Un impianto molto barocco e complesso che rischia di ingessare la Rai e di impedirle di essere competitiva sui mercati della comunicazione nazionale e internazionale». «In ogni caso - aggiunge l'esponente di An - la materia radiotelevisiva va discussa nel suo insieme, senza procedere con diversi disegni di legge con modalità confuse e caotiche. Bisogna prendere atto che l'impianto attuale può essere migliorato ma all'insegna della chiarezza e non con questo gioco di scatole cinesi che certamente non porterà a nessuna riforma delle leggi vigenti». Scettico è anche Benedetto Della Vedova, Presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia: «L'idea di una Fondazione di nomina pubblica con Presidente indicato dai Presidenti di Camera e Senato, cui facciano capo tre società con tre distinti CdA, è un gattopardesco tentativo da parte del centrosinistra di porre le basi per la sua riconquista della Rai. L'unica via maestra da percorrere resta quella della completa privatizzazione della Rai, un mostro che lo Stato non sa e non può più governare».

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