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Sindacalisti stregati dal potere

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Una mutazione alla quale sembrano sottoposti i sindacalisti che, lasciata la lotta ai padroni, si sono issati sulle poltrone delle amministrazioni locali o di governo. Gli ultimi due esempi sono quelli di Sergio Cofferati, ieri soprannominato «il cinese», oggi sindaco di Bologna, e di Ottaviano Del Turco, un passato da segretario della Uil, poi ministro delle Finanze del governo Amato e ora presidente della Regione Abruzzo. Entrambi sembrano aver dimenticato i tempi in cui difendevano gli stipendi dei lavoratori, il diritto di scioperare e denunciavano gli sprechi dei governi. E prima di loro, ad abiurare il passato, ci aveva pensato il presidente della Camera Fausto Bertinotti che a settembre, in un'incontro con i giovani di An, aveva condannato i regimi comunisti in Ungheria e a Cuba. Sergio Cofferati, sindaco di Bologna dal 2004, in questi anni ha già fatto capire che il suo passato da sindacalista era morto e sepolto: si è segnalato per le crociate contro i lavavetri, contro i nomadi, contro gli studenti no global (fatti caricare dalla polizia) contro le birre bevute fuori dai locali. L'ultima iniziativa però sembra un'abiura totale alla sua (vecchia) anima di sindacalista. Nel capoluogo emiliano in questi giorni è in atto un durissimo braccio di ferro tra gli orchestrali e i coristi del Teatro dell'Opera, sostenuti dalla Fials-Cisal, il sindacato autonomo più potente, e il nuovo Soprintendente Marco Tutino. E come in tutte le vertenze è scattato lo sciopero: gli orchestrali che aderiscono alla Cisal hanno annunciato che incroceranno le braccia domani e mercoledì, giorno in cui ci sarà la rappresentazione della Bohème. La risposta del soprintendente è stata lapidaria: l'opera si farà lo stesso, magari senza orchestra e con un pianoforte solo, ma si farà. Una decisione che, confermano dal Comune di Bologna, è stata presa in totale accordo con il sindaco Cofferati, il quale, tra l'altro, è anche presidente della Fondazione del Teatro comunale. E quindi ha un'autorevole voce in capitolo. Il secondo episodio riguarda Ottaviano Del Turco. Il Governatore dell'Abruzzo è stato duramente contestato dalla Cdl per alcuni sprechi. L'ultimo è stato la realizzazione e la pubblicazione, da parte della Regione, di un bimestrale a fumetti destinato ai ragazzi delle medie e delle elementari con il titolo «Capitan Abruzzo». Nelle tavole disegnate da Luigi Salucci ci sono l'orso Marsio e il delfino Lou Travok impegnati in una «nobile missione»: insegnare ai ragazzi abruzzesi «a non fare alcuna distinzione tra l'abruzzese di mare e quello di montagna». Costo dell'iniziativa? Centotrentaquattromila euro. Troppi secondo l'opposizione. Soprattutto ricordando la lotta agli sprechi dell'ex sindacalista e dell'ex ministro delle Finanze. Ottaviano Del Turco ha ovviamente difeso la sua idea: «Sono orgoglioso di Capitan Abruzzo — ha replicato — è un tipo di informazione rivoluzionaria. La verità è che abbiamo trasformato il vecchio giornale della passata amministrazione di centrodestra che serviva solo a pubblicare foto di assessori e consiglieri e che non leggeva nessuno, in un prodotto che piace davvero e coinvolge insegnati e alunni». Del Turco e Cofferati hanno comunque avuto un illustre predecessore in quanto a cambio di prospettiva. Alla festa dei giovani di An, pochi mesi fa, Fausto Bertinotti ha ammesso serio: «Non trovo nessuna giustificazione per le vicende d'Ungheria del 1956 e ancora di meno per la Cecoslovacchia, dove a mio parere è finita la storia dei Paesi dell'Est. È finita lì, con i carri a Praga, e non con la caduta del Muro di Berlino. Per me quei dirigenti dell'Urss erano dei mostri». Pa. Zap.

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