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di SALVATORE DAMA È APPENA passata la Befana, e Franco Marini regala ai partiti due posti in più nell'ufficio ...

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Ce ne sono già otto. Ma evidentemente non bastano. Così la giunta per il regolamento di Palazzo Madama sta studiando una modifica alla regolamentazione interna per attribuire la carica a ogni gruppo parlamentare. A proporre la novità sono stati due senatori. Uno di maggioranza, Aniello Formisano dell'Italia dei Valori, napoletano dipietrista, un passato remoto nella Cgil, un passato recente nei Democratici di Parisi poi confluiti nella Margherita. L'altro di opposizione, Mauro Cutrufo, capogruppo della Democrazia cristiana per le autonomie, romano de' Roma, una vita da democristiano, poi la militanza e la dirigenza dell'Udc, infine la rottura con Casini e Follini (che allora erano ancora assieme) e l'arrivo nella formazione di Gianfranco Rotondi. E che cosa accumuna qusti due senatori oltre la barbetta appena pronunciata? Ebbene, Formisano e Cutrufo hanno presentato emendamenti pressoché identici. In sostanza, si tratta di modificare l'articolo 5 del regolamento senatoriale affinché questo prenda a modello le regole interne della Camera. A Montecitorio, infatti, già c'è una diretta corrispondenza tra il numero dei gruppi parlamentari e quello dei segretari di presidenza. Non a caso questi ultimi sono ben sedici. Manuale Cancelli? A Palazzo Madama preferiscono considerarlo un ritocco regolamentare che va nel senso del bicameralismo perfetto. Un principio costituzionale, dunque sacrosanto. Già. Ma cosa fanno i segretari di presidenza? Lavoro leggero: leggono il verbale d'assemblea e ritirano le tessere elettroniche ai senatori colti nella pratica del voto tentacolare. In compenso, però, hanno ufficio, auto blu, telefonino e spese di segreteria pagate. Passato il principio, rimane da capire a chi saranno assegnate le nuove due poltrone. Molto probabilmente toccheranno proprio ai gruppi parlamentari di Formisano e Cutrufo. Cioè, il Misto Italia dei Valori e la Democrazia cristiana per le autonomie. Entrambi, in effetti, risultano essere gli unici due privi di rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza. E d'altronde la formulazione dell'emendamento «moltiplica-poltrone», così come ideata dall'inedita coppia bipartisan, sembra proprio un vestito cucito addosso alle rispettive compagini parlamentari. Formisano e Cutrufo, infatti, non solo fissano il principio, ma stabiliscono anche che «il numero di ulteriori segretari eleggibili non può essere superiore ad un massimo di due». I loro due. Fatto, questo, che ha mandato su tutte le furie la Lega Nord. Il senatore Martino Albonetti prima e il collega Piergiorgio Stiffoni poi, sono intervenuti nelle ultime sedute della giunta per il regolamento contestando questo limite. Il Carroccio, se si riaprono i termini per l'assegnazione di nuovi posti, vuole essere della partita. E pazienza se ha già il vice presidente Roberto Calderoli a rappresentare il gruppo parlamentare nell'ufficio di presidenza. Gli uomini di Bossi ora vogliono anche un segretario. «La figura del vice presidente, rispetto a quella del senatore segretario, - ha argomentato Stiffoni - riveste un più marcato profilo istituzionale». I padani tengono il punto. Ed è causa della loro insistenza che la giunta per il regolamento si è vista costretta a rimandare ogni decisione alla riapertura dei lavori di Palazzo Madama.

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