La proposta
E Fini incalza Silvio sulla Federazione della Cdl
Certo, l'obiettivo finale dovrebbero essere le liste uniche alle elezioni europee del 2009 ma, prima di allora, occorre lavorare per costruire un'organizzazione forte capace di far decollare il progetto. Lo sa bene il leader della Destra che, proprio per questo, prima della pausa natalizia, ha inviato una lettera a Silvio Berlusconi per avanzare alcune proposte in vista di quella che, in un'intervista all'Espresso, lo stesso Fini aveva descritto come «un'alleanza politico elettorale», «un soggetto che abbia valori e principi comuni e regole di funzionamento». In particolare, secondo il presidente di An, potrebbe essere importante creare fin da subito un coordinamento tra gruppi parlamentari a livello nazionale e locale, oltre ad un organismo permanente costituito dai leader dei singoli partiti come luogo di confronto sulla linea della Federazione. «Si tratta - riferisce un dirigente di Via della Scrofa - di un primo passo concreto, ancora non dettagliato, verso quelle regole comuni che organizzeranno la vita della futura Federazione della Liberta». E non è un caso che l'iniziativa di Fini risalga proprio a pochi giorni dopo il pranzo tra Berlusconi e Bossi in cui i due leader, archiviato il partito unitario, trovarono una bozza d'intesa proprio sulla formula della Federazione. Peccato che, da allora, molta acqua sia passata sotto i ponti. All'interno della Lega, ad esempio, sono cominciati a spuntare diversi malumori con il copogruppo del Carroccio a Montecitorio Roberto Maroni che, ripetutamente, ha tirato il freno sottolineando che, quella della Federazione non è una priorità. Poi sono arrivati gli appelli del Capo dello Stato che hanno di fatto accelerato la ricerca di soluzioni comuni su una possibile riforma della legge elettorale. Dibattito che ha acuito ulteriormente la distanza tra l'Udc (da sempre contrario all'ipotesi di una Federazione di centrodestra) e il resto della coalizione. Secondo Pier Ferdinando Casini, infatti, An, Lega e Fi potrebbero aprire al referendum elettorale proprio perché hanno già scelto la strada della Federazione e quindi non sono spaventati dalla possibilità che, la prossima consultazione elettorale, veda confrontarsi solo due liste uniche. Una posizione inaccettabile per i centristi. «Se i nostri alleati vogliono fare la Federazione - avrebbe detto Casini in alcuni colloqui riservati con i suoi - va benissimo, ma se nel centrodestra si decidesse di prendere la strada del referendum che ci porterebbe lontani dal nostro obiettivo strategico (la costruzione di un grande partito dei moderati ndr), allora trarremo le nostre conseguenze». Insomma, anche se non è certo la prima volta, si respira aria di crisi all'interno della Cdl. E questo non aiuta visto che sono in pieno svolgimento le trattative in vista delle elezioni amministrative di primavera. Da questo punto di vista preoccupa sicuramente la posizione dell'Udc che, anche se ha più volte ribadito la propria fedeltà al centrodestra, potrebbe decidere all'ultimo minuti di presentarsi da solo. Ma anche una forzatura sulla Federazione nel senso tracciato da Fini potrebbe essere controproducente. La Lega, infatti, potrebbe decidere di fare un passo indietro e, a quel punto, in alcune amministrazioni locali del Nord, la partita si farebbe veramente dura.