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L'addio dell'economista ai Democratici di Sinistra

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Rossi non ci ripensa e conferma le dimissioniCacciari: «L'abbandono dei Ds da parte di Nicola Rossi è un campanello d'allarme»

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E, subito dopo la lettera, ribadirà le sue motivazioni al leader della Quercia in un incontro, che dovrebbe svolgersi nel corso della prossima settimana. Se si sa che l'addio dell'economista pugliese al partito ha amareggiato molto il segretario dei Democratici di Sinistra, si attende ora la reazione del ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che nel 1998 volle Nicola Rossi insieme a lui a Palazzo Chigi, come consigliere economico. Il presidente dei Democratici di Sinistra tornerà domenica dal viaggio in Sudamerica, dove tra ieri e oggi è stato impegnato tra il Perù e il Cile, due Paesi difficilmente raggiungibili. Ma chi lo conosce bene prevede che «non reagirà bene, perché D'Alema è un combattente, uno che pensa che le battaglie vadano fatte in trincea» e quindi, nel caso di Nicola Rossi, all'interno del partito. «L'abbandono dei Ds da parte di Nicola Rossi è un campanello d'allarme, anzi un brutto segno», ha detto i filosofo Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, dicendosi convinto del fatto che il suo caro amico Rossi abbia maturato questa decisione «tra non poca sofferenza». «È un brutto segno anche per il nascente Partito Democratico. È chiaro che se il Partito Democratico non nasce dalla cultura riformista di uomini come Rossi -ha aggiunto Cacciari- il futuro non si prospetta affatto roseo. O restano persone del valore di Rossi nel nuovo Partito Democratico oppure questa sfida rischia di essere persa». Al contrario Rita Bernardini, segretaria dei Radicali italiani, nel commentare le dimissioni di Nicola Rossi dai Democratici di Sinistra ha cercato di rilanciare la proposta di Marco Pannella per «la costituzione di un partito comune della destra e della sinistra liberale e radicale».

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