Il parere di Publio Fiori (Rifondazione Dc)
«È nota a tutti - ha scritto Fiori - la grande ingiustizia di cui sono vittime i pensionati che non usufruiscono degli aumenti retributivi derivanti dalle contrattazioni nazionali e aziendali. Si tratta - ha proseguito Fiori - di una consistente perdita annuale del potere d'acquisto, che in dieci anni può anche dimezzare il valore della pensione e che in 15-20 anni può trasformarla in un assegno assistenziale se non addirittura simbolico». «Tutto ciò - ha detto ancora Fiori - contrasta con gli art. 36 e 38 della Costituzione, che impongono non solo il principio di eguale trattamento, ma anche che la pensione, quale retribuzione differita nel tempo, sia tale "da assicurare a se e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa". Su una questione sociale così rilevante e che riguarda oltre 17 milioni di cittadini - ha concluso Fiori - è necessario trovare un accordo generale tra tutte le forze politiche, che consenta l'approvazione di una norma per avviare un processo di adeguamento e di perequazione in modo da eliminare una così grave e inaccettabile ingiustizia». A fare il punto sul sistema di riforma pensionistico ci hanno pensato anche i sindacati. Per inciso, riguardo le contrapposizioni generazionali. «È privo di ogni fondamento, come sostenuto da alcuni esponenti parlamentari prospettare contrapposizioni generazionali sul tema delle pensioni», ha detto il segretario confederale della Uil Domenico Proietti, intervenendo nel dibattito in vista del confronto tra governo e parti sociali sulla "manutenzione" della riforma previdenziale. «Il sistema previdenziale italiano, a seguito della coraggiosa ed incisiva riforma Dini - ha continuato Proietti - sostenuta dal sindacato ben 10 anni or sono, è tra i più equilibrati di Europa e proiettato alla sostenibilità economica per i prossimi anni. Proprio perché la Uil ha a cuore il futuro delle nuove generazioni - ha concluso il segretario confederale - si è battuta affinché venisse anticipata l'entrata in vigore della previdenza complementare che, insieme a quella pubblica, è in grado di assicurare prestazioni adeguate ai pensionati del futuro».