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Il centrodestra compatto contro il sistema germanico

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Ma unito «contro». I rappresentanti della minoranza, infatti, anche se con qualche sfumatura, si oppongono al sistema tedesco. L'unico partito che continua a differenziarsi è l'Udc di Pier Ferdinando Casini, che pure al suo interno vede qualcuno a favore del modello adottato in Germania. Nel dibattito che sta diventanto ogni giorno più intenso Forza Italia vuole modificare l'attuale legge introducendo il premio di maggioranza nazionale e non regionale. Alleanza Nazionale chiede l'elezione diretta del premier, la Lega il proporzionale con sbarramento a livello regionale. «Mentre il referendum si presenta come uno stimolo e una scadenza per mettere mano alla riforma elettorale, è necessario sviluppare il dialogo per fare emergere delle convergenze su modelli rigorosi e vincenti. Il sindaco d'Italia, ovvero l'applicazione a livello nazionale del metodo elettorale dei comuni, è la vera risposta a tutte le contraddizioni e i limiti delle leggi lettorali sin qui sperimentate», ha dichiarato il deputato di An Gianni Alemanno, per il quale questo significherebbe «garantire una base di rappresentanza proporzionale, ma un rapporto diretto tra i candidati leader e gli elettori». Secondo l'esponente di An, inoltre, «un ballottaggio non di collegio, ma sui leader consentirebbe di ridurre al minimo la forza di ricatto delle formazioni minori senza avvantaggiare troppo la sinistra nella sua maggiore capacità di mobilitare l'elettorato. Nessun altro metodo elettorale - ha sottolineato Alemanno - né il proporzionale alla tedesca, né la riproposizione del meccanismo dei collegi garantisce lo stesso equilibrio tra rappresentatività e governabilità con un netto rafforzamento del valore della premiership. Mi auguro - ha concluso Alemanno - che buona parte della sinistra superi le vecchie diffidenze antipresidenzialiste contro un metodo che ha dato ottimi risultati nei comuni ed è il migliore fra quelli fino ad oggi sperimentati in Italia». Per Maurizio Gasparri, «in materia di legge elettorale va creato un fronte trasversale per la difesa del bipolarismo contro il partito dell'inciucio. Un sistema alla tedesca priverebbe gli elettori della facoltà di scegliere il governo, perchè in assenza di un premio di maggioranza e di alleanze stabilite con chiarezza prima del voto, potrebbero avvenire pateracchi di ogni genere». Il sistema tedesco piace a chi nella confusione vuole appartenere comunque allo schieramento vincente». Il portavoce di An Andrea Ronchi sostiene che «il referendum introduce elementi di chiarezza rispetto a un quadro che può prestare il gioco a posizioni strumentali, che in sostanza mirano a mettere in discussione una scelta per noi irrinunciabile e irreversibile: il bipolarismo, che deve essere rafforzato e non indebolito per dare al sistema politico più stabilità e meno frammentazione». E Roberto Maroni, capogruppo Lega Nord a Montecitorio, ribadisce: «Per anni abbiamo detto che la legge elettorale tedesca era perfetta perchè garantiva rappresentatività e governabilità. Ma in Germania abbiamo visto che non c'è più governabilità. A noi - aggiunge Maroni - piace il sistema proporzionale ma il tema della riforma elettorale non è una priorità della Lega. Siamo disponibili a discutere ma il punto che ci sta più a cuore è quello del federalismo fiscale». E, tra i «piccoli» di centrodestra, anche la Dc di Gianfranco Rotondi teme «tatticismi e furbizie». Il segretario conferma il «no» al sistema tedesco «che ci riporterebbe all'arcaico sistema ottocentesco dei collegi uninominali, e no al sistema francese che non piace neanche più in Francia». Infine, se l'Udc è l'unico a voler copiare il modello germanico di voto, qualcuno critica le scelte del partito cattolico: «Sbaglia chi, nell'Udc, sostiene che l'attuale legge elettorale per le elezioni politiche vada superata adottando il modello tedesco. Per due motivi: il primo è che nel sistema tedesco per la parte proporzionale, non sono previste le preferenze e l'introduzione della preferen

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