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Berlusconi torna alla carica: «Prodi e i suoi usano soldi pubblici in modo clientelare»

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Silvio Berlusconi rompe il silenzio (ma non riappare) che dura dal 28 dicembre - salvo una pausa per commentare l'esecuzioni di Saddam - e attacca il governo: bisogna dire grazie all'esecutivo precedente, sostiene l'ex premier che rivendica i meriti per la riduzione del fabbisogno dello Stato sceso da 60 miliardi a 35, in pratica del 41%. «Il mio governo ha lasciato un'eredità coi fiocchi all'Italia e agli italiani: l'economia è in ripresa dal 2005 e i conti pubblici sono in ordine, come dimostra il dimezzamento del fabbisogno statale registrato dal Tesoro sul 2006» dice Berlusconi in una lunghissima e dettagliata nota. Poi sferra un bel colpo a al Professore: «Il mio governo lavorava per l'Italia, mentre Prodi ed i suoi continuano, in base a pregiudizi ideologici ormai superati dalla storia, a voler utilizzare i soldi pubblici per accrescere il predominio dello Stato e la distribuzione clientelare delle risorse». Il giudizio sulla maggioranza è severo. «Tutti coloro che hanno cercato di lucrare su un disastro che non c'era ora dovrebbero fare ammenda e chiedere scusa agli italiani per averli ingannati». Hanno avuto - insiste Berlusconi- anche «la temerarietà di attribuirsi meriti non loro». Il Cavaliere, però, se la prende a tutto campo con l'attuale governo sul fronte dei conti pubblici. E ritorno sulla tanto tormentata Finanziaria: «I cittadini dovrebbero soprattutto domandarsi perché il governo Prodi abbia varato una Finanziaria di guerra che supera i 40 miliardi di euro e che tarperà le ali alla ripresa dell'economia quando invece per centrare i parametri europei sarebbe stata sufficiente una manovra da 15 miliardi». E aggiunge: «I risultati, purtroppo, già si vedono: nel mese di dicembre le entrate fiscali sono diminuite di oltre due miliardi rispetto al 2005 a causa dell'effetto-choc provocato sui contribuenti dalla Finanziaria, e il dibattito sulle pensioni in atto nell'Unione non promette nulla di buono sul fronte della spesa pubblica, che riprenderà a crescere. La sinistra sta così sprecando la grande occasione della ripresa, mentre noi, in anni congiunturalmente difficili, abbiamo posto le premesse - argomenta Berlusconi- per un miglioramento strutturale del sistema». Ma quello del nuovo anno è un Cavaliere a tutto tondo. Che parla dei conti ma anche di riforme. Sulle quali mostra una seppr minima apertura. E commentando il messaggio di fine anno di Napolitano, Berlusconi annota: «La coesione nazionale, che giustamente il Presidente della Repubblica ha posto al centro del suo messaggio di fine anno, ha bisogno di verità e, soprattutto, richiede un impegno unitario su basi completamente diverse rispetto a quelle adottate finora dall'attuale governo». Forza Italia fa quadrato. Per il vicecapogruppo alm Senato Giampero Cantoni «il presidente Berlusconi rappresenta la realtà per quella che è. Solo un incompetente in economia può pensare che un dato come quello della riduzione del fabbisogno sia frutto dell'azione di un governo in carica da pochi mesi». Per An le parole di Berlusconi sono «sacrosante», dice il portavoce Andrea Ronchi. Che aggiunge: «I dati sul fabbisogno diffusi dal ministero del Tesoro sono un'ulteriore dimostrazione di quanto giusta sia stata l'impostazione della politica economica e sociale operata dal centrodestra quando era al governo». «Abbiamo dato all'Italia ripresa, sviluppo e conti pubblici in ordine. Al contrario - prosegue Ronchi - questi numeri evidenziano come il centrosinistra abbia allestito una campagna elettorale su bugie e menzogne. Una propaganda futile e demagogica che ha determinato solo più tasse, mancate riforme e scarsa credibilità europea». E anche l'Udc, pur senza citare Berlusconi, s'accoda: «Il governo di centrosinistra, anche se non lo ammette, raccoglie i frutti di ciò che ha ben seminato il precedente governo», dice il segretario dei centristi Lorenzo Cesa. «Alla luce di una Finanziaria - aggiunge l'esponente uddiccì - che si è risolta in un sostanziale aumento delle tasse, la notizia del clamoroso e

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