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di CRISTINA FERRULLI A DUE giorni dall'appello del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, stenta a decollare, ...

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E mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Vannino Chiti rilancia l'invito in vista di nuovi incontri dopo la pausa festiva, Forza Italia apre con cautela al dialogo, dettando le condizioni per un confronto parlamentare. A parole tutti ribadiscono la piena condivisione dell'invito del presidente della Repubblica, ma già cominciano a essere messi paletti e veti su ipotesi di nuovi modelli elettorale. E se per il Pdci mancano del tutto «le condizioni per un dialogo con la Cdl», anche dagli altri «piccoli» dell'Unione si guarda con diffidenza alle prove di intesa, che devono essere subordinate, è la condizione di Udeur e Verdi, ad un accordo interno alla maggioranza. «La partita è della maggioranza - chiarisce il ministro della Giustizia Clemente Mastella - altrimenti credo che saltano o rischino di saltare le coalizioni, sia quella dell'opposizione sia quella del centrosinistra». Il sospetto dei «cespugli» dell'Unione è, per dirla con Fabris dell'Udeur, che continuino «ammiccamenti» e «strane prove di intesa» tra pezzi dei due schieramenti che penalizzino i partiti minori dell'Unione che non vedono di buon occhio il modello tedesco, ipotizzato anche dal premier Romano Prodi. E l'asse riformista della maggioranza, l'Ulivo, reagisce da un lato rassicurando, dall'altro invitando gli alleati alla responsabilità. «Non ci saranno "abbracci confusi"», assicura la diessina Marina Sereni citando Giorgio Napolitano, mentre il presidente dei deputati dell'Ulivo Dario Franceschini bacchetta: «Troppo volte alcuni guardano ai propri interessi particolari più che all'interesse generale del Paese». Ma la novità della giornata è la presa di posizione di Forza Italia attraverso i massimi dirigenti Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto. I due dirigenti azzurri annunciano l'intenzione di chiedere incontri con tutte le forze politiche, con i rappresentanti del Comitato promotore del referendum, una via che né Fi né Allenaza Nazionale escludono, e, da ultimo, con il ministro «mediatore» Vannino Chiti. Ma il confronto per il partito di Berlusconi è legato a due condizioni: su soluzioni che confermino «la democrazia dell'alternanza» e che «assecondino lo spontaneo processo di aggregazione partitica» in atto, ovvero la formazione dei partiti unici. Altrimenti, concludono Bondi e Cicchitto, «vi sono solo tentativi strumentali per dividere le forze di opposizione, per porre sotto ricatto forze della stessa maggioranza e, infine, per imbrigliare l'iniziativa referendaria». E la via referendaria è caldeggiata anche da An, che in asse con la Lega dice no al proporzionale alla tedesca, modello sul quale il leader Udc Pier Ferdinando Casini torna ad aprire con l'obiettivo di favorire «l'accorpamento dei moderati» e ricreare «il vero perno centrista». Anche se il puzzle resta complesso, Chiti non demorde e raccoglie subito l'ipotesi azzurra di un incontro finora mancato. «È per me di grande interesse - afferma il ministro per le Riforme - conoscere le valutazioni e le proposte del più grande gruppo parlamentare dell'opposizione, come anche di portare alla loro attenzione le nostre proposte».

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