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Il consigliere del premier iracheno

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riaccende la polemica sulla fine del fascismo

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È arrivata da Yassim Majid, uno dei consiglieri del premier iracheno Nuri al Maliki in una intervista telefonica all'emittente Tv di stato al Iraqiya: «Mussolini alla fine delal guerra fu processato per un solo minuto prima di essere ammazzato». Yassim Majid ha replicato al premier italiano respingendo le critiche avanzate nei confronti di Baghdad da diversi paesi europei riguardo alla decisione di procedere con l'applicazione della condanna a morte dell'ex presidente Saddam Hussein («sono affari interni dell'Iraq»). «Coloro che ci criticano hanno forse dimenticato i crimini commessi dal regime di Saddam Hussein contro gli iracheni e contro l'umanità », ha premesso Yassim Majid prima di rispondere direttamente a Romano Prodi, ricordando che «alla fine della seconda guerra mondiale, Mussolini è stato processato per un solo minuto. Il giudice gli ha chiesto il suo nome e alla risposta "Benito Mussolini" gli ha detto: "Il tribunale vi condanna a morte" e la sentenza è stata eseguita immediatamente». «I Paesi europei che condannano l'esecuzione», ha proseguito, dovrebbero ricordare che «non hanno il diritto di interferire negli affari degli altri Paesi, che hanno le loro proprie leggi», ha detto ancora Majid. Nei giorni scorsi, prima dell'esecuzione della condanna a morte di Saddam, Prodi aveva reso ufficiale la posizione dell'Italia che, aveva detto, resta «contraria alla pena capitale, sempre e comunque», anche nel caso del ex presidente iracheno. «Pur senza voler sminuire i crimini di cui si è macchiato Saddam Hussein e la ferocia con cui ha gestito il potere durante il regime, e pur nel rispetto dell'autonomia e della legittimità delle istituzioni irachene, non posso non esprimere la ferma contrarietà del governo italiano e mia personale alla condanna a morte dell'ex rais». Lo scorso 29 dicembre, appena un giorno prima dell'impiccagione, Prodi aveva rivolto un appello a chi aveva condannato Saddam «affinché prevalgano la saggezza e la magnanimità ». «La decisione di procedere all'esecuzione di Saddam Hussein — aveva aggiunto — ci riempie di sgomento».

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