«Un errore mandare in onda quelle immagini»
E se c'è chi ipotizza a breve una diffusione sul web della sequenza integrale dell'agonia, non manca chi respinge ogni forma di censura anche in questo ambito. Mario Morcellini, preside della facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, giudica «una follia» la messa in onda dei dettagli dell'esecuzione di Saddam. «Trovo che già questa notte - dice - sia stato inferto un duro colpo alle nostre coscienze. Da un punto di vista non etico considero una follia trasmettere queste immagini. Intanto perchè si procede a una forma di riabilitazione del dittatore e, inoltre, mi chiedo cosa aggiunga al diritto di cronaca la visione degli ultimi attimi di vita di Saddam Hussein. È stata senza dubbio una brutta pagina del giornalismo anche se alcuni telegiornali hanno messo dei paletti. La nostra cultura poteva fermare questa operazione ma non è stato possibile». È d'accordo con lui, anche se con diverse sfumature, il sociologo Franco Ferrarotti che subito premette di essere contrario alla pena di morte anche per i più feroci criminali di guerra: «L'ergastolo sarebbe opportuno perchè c'è sempre una possibilità di pentimento, di redenzione. Le immagini sono state un pessimo servizio perchè alimentano e istigano sentimenti di vendetta contro il mondo occidentale. La seconda ragione della mia contrarietà risiede nel fatto che queste immagini fanno diventare Saddam un martire». Ferrarotti spiega poi il significato che le modalità dell'esecuzione di Saddam hanno ha per l'Islam: «L'impiccaggione è il modo peggiore di essere giustiziato per un islamico, primo perchè muore sporco e poi perchè il soffocamento impedisce, secondo l'Islam, l'uscita dell'anima dal corpo». Il sociologo richiama le immagini di Piazzale Loreto quando i corpi di Mussolini e della Petacci furono esposti a testa in giù legati per i piedi e dati in pasto alla folla: «Le immagini di Saddam morente fanno male e fanno male soprattutto agli italiani che sono stati dolorosamente vaccinati». «L'ultimo messaggio di Saddam, messaggio non verbale - argomenta Carlo Freccero, ex direttore di Raidue e analista della tv - sembra rivolto all'Occidente. Rifiutando il cappuccio nero espone la sua morte alla visibilità, una visibilità che offende il pudore occidentale. Una provvidenziale censura congela le immagini dell'esecuzione. Ma, a breve, queste immagini circoleranno su Internet. Si capirà allora se l'evidenza dell'esecuzione è ancora in grado di sconvolgere la nostra sensibilità o se l'ideologia islamica premoderna ha a tal punto contaminato la nostra cultura da rendere la pena di morte visivamente accettabile». Voce fuori dal coro quella di Oliviero Toscani: «È giusto che tutto vada in onda perchè quello che si sta vedendo è esattamente ciò che tutti aspettavano. Io sono contrario a qualsiasi forma di censura, quindi penso che le immagini debbano essere trasmesse così come sono. I bambini devono sapere quanto cretini siano i loro genitori, di quante giustizie e violenze siano capaci, come la pena di morte. Io, di fronte alle immagini dell'esecuzione, ho provato un moto di schifo e mi sento imbarazzato di appartenere alla razza umana».