Le reazioni nel Paese dei due fiumi
In gran parte dell'Iraq, comunque, in molti hanno festeggiato, altri hanno pianto, e altri ancora hanno subito cercato la vendetta, facendo esplodere autobombe a raffica e massacrando decine di persone. La notizia dell'avvenuta esecuzione dell'ex uomo forte di Baghdad è stata data all'Iraq e al mondo poco dopo le 6 (ora locale), dall'emittente Tv irachena al Hurra. Nel giro di poche decine di minuti, la gente ha iniziato a scendere in strada in tutto il Paese, sparando raffiche di armi automatiche verso il cielo, chi in segno di giubilo, chi in segno di collera. E una manifestazione di collera sembra essere anche l'esplosione di una autobomba nella cittadina meridionale sciita di Kufa, roccaforte del giovane e potente leader radicale sciita Moqtada Sadr. La deflagrazione è stata devastante, ha causato la morte di almeno 35 persone e il ferimento di oltre 50. L'attentatore, o il presunto tale, è stato individuato da una folla inferocita. Qualcuno ha sostenuto di averlo visto azionare il telecomando, quindi è stato sopraffatto e linciato. Attentati ci sono stati anche a Baghdad. In particolare nel quartiere sciita di al Hurraya sono state fatte esplodere tre autobombe quasi contemporaneamente, in due mercati diversi, e il bilancio parla di 25 morti e 65 feriti. E ancora, nei pressi di un ospedale pediatrico, in una quartiere «misto», è esploso un ordigno ha ha ucciso una persona e ne ha ferite altre quattro. Ma oltre alle esplosioni, nei maggiori centri sunniti ci sono state diverse manifestazioni di protesta e in molti casi sono state violente. In particolare a Falluja e dintorni, una delle roccaforti degli insorti, dove i manifestanti hanno dato alle fiamme il tribunale della cittadina di Qarma e hanno assaltato altri edifici pubblici. Simili eccessi ci sono stati anche nella città natale di Saddam, Tikrit, nonostante vi sia stato imposto il coprifuoco, di ben quattro giorni. Una folla considerevole, innalzando bandiere irachene e gigantografie di Saddam listate a lutto, si è riunita nei pressi della grande moschea fatta costruire dall'ex rais, che tra l'altro porta il suo nome. Manifestazioni violente e scontri tra uomini armati e soldati iracheni e americani ci sono stati anche a Ramadi, sempre nella stessa zona, e anche a Mossul e Bayji. Di tenore opposto sono state invece le manifestazioni nelle zone e nelle città a maggioranza sciita, dove la popolazione ha festeggiato la morte dell'ex dittatore.