A marzo il congresso dei centristi E il Cav spinge sull'ala filo-Cdl
Ma per i centristi sarà il momento anche di contarsi e di capire quanti condividono la scelta di Pier Ferdinando Casini di gettarsi alle spalle la Cdl e lanciare la Federazione dei moderati e quanti, invece, preferirebbero continuare a restare in una casa comune con i vecchi alleati. Una prima «conta» nell'Udc si chiuderà domani quando finirà la campagna di tesseramento. Gli iscritti, infatti, dovranno poi votare i delegati che andranno al congresso e da quei numeri si potrà già in parte capire quali saranno i rapporti di forza in campo. Carlo Giovanardi — il punto di riferimento dei «berluscones» e che ha già detto che si candiderà per la segreteria — si è dato molto da fare per raccogliere iscrizioni, ma dietro di lui si sta muovendo soprattutto il leader di Forza Italia. Berlusconi, raccontano i suoi fedelissimi, sta facendo un pressing su tutta quell'area del partito poco convinta della scelta di Casini. Prima di partire per gli Stati Uniti per farsi impiantare il pacemaker ha mandato a prendere il presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro e lo ha invitato ad Arcore. Una conversazione che è servita a farsi illustrare la situazione nell'isola ma anche a capire quale potrebbe essere la posizione del Governatore in vista del congresso. La Sicilia è una delle due regioni, insieme al Lazio, che portano più voti all'Udc — insieme rappresentano il 50 per cento dell'elettorato centrista — e riuscire a spostare Cuffaro dalla parte di Giovanardi o almeno convincerlo a non appoggiare la linea del leader del partito sarebbe un punto importante a favore del Cavaliere. «Ma la Sicilia non è solo Cuffaro — avvertono alcuni casiniani doc — ci sono altri "colonnelli" come Pippo Gianni, il presidente della commissione cultura della Regione, che non hanno alcuni intenzione di morire berlusconiani». Più difficile invece per il leader di Forza Italia trovare appoggi nel Lazio, un «feudo» di Mario Baccini. L'ex ministro, infatti, resta fedele alla linea di Casini e nei mesi scorsi ha anche organizzato una convention per far capire da quale parte stava. Una posizione che comunque non ha impedito a Berlusconi di continuare a «sondare» il terreno: da mesi, infatti, a Baccini arrivano «messaggi» da parte del Cavaliere. Marginale, invece, la partita che l'ex premier può giocare in Lombardia e in Veneto, dove l'Udc conta pochi voti e tutti in mano a Casini. Ma anche la posizione dell'ex presidente della Camera non è facile. Probabilmente il partito non arriverà a sconfessare la sua linea ma se il gruppo degli scontenti che si sta raccogliendo attorno a Carlo Giovanardi riuscisse ad arrivare a un 30 per cento di consensi Casini sarebbe costretto almeno ad «addolcire» la sua posizione. Inoltre una resistenza così forte potrebbe costringerlo a candidarsi per la poltrona di segretario. Il leader Udc ha infatti intenzione di ripresentare Lorenzo Cesa per non essere cooptato in incarichi di partito. Questo perché vorrebbe tenersi le mani libere per portare avanti il suo progetto politico, quella Federazione dei Moderati nella quale invece vorrebbe impegnarsi in prima persona, coinvolgendo i vari partiti che si rifanno alla Dc e soprattutto gli scontenti dei due schieramenti. Ed è anche in vista di quel traguardo che Casini spera fortemente che alla fine vada in porto sia il Partito Democratico sia il partito unico del centrodestra: da una parte e dall'altra ci sono vaste aree di scontenti che potrebbero migrare verso il nuovo centro.