Il ministro Ferrero non ci sta

«Ogni riforma delle pensioni si dice che sarà l'ultima - ha detto - In realtà sono state fatte riforme nel '92, nel '95, nel '97 e nel 2003. E ogni volta si è aumentata l'età: non perchè stiamo invecchiando di più,come ci avvertono i geriatri, ma per risparmiare, fare cassa». Ferrero precisa che «una nuova riforma colpirebbe le persone che sono andate a lavorare a 19, a 20 anni. Aumentare l'età per loro vorrebbe dire restare al lavoro per 37, 38 anni. Non è proponibile». Ma per difendere queste posizioni Ferrero esclude che farà le barricate. «Si discuterà, come sempre». Il ministro si dichiara d'accordo a facilitare chi vuole restare al lavoro volontariamente: «nessun ostacolo a incentivi per restare, sono d'accordo anche a eliminare il divieto di cumulo tra pensione e lavoro. Non ci deve essere alcun vincolo per chi vuole restare al lavoro, ma non deve essere un obbligo». Ferrero replica poi a Massimo D'Alema, che recentemente ha definito aberrante andare in pensione a 57 anni: «chi dice così non ha mai lavorato in fabbrica: le persone che sono state in fabbrica, a 57 anni ne hanno abbastanza. Io in fabbrica ci sono entrato a 19 anni- ha proseguito Ferrero - Operai e operai ne frequento tanti, e ogni volta mi dicono: non è che che poi ci fate qualche scherzo sulle pensioni?» Ferrero replica anche a Fausto Bertinotti, che ha invitato a salvaguardare da eventuali ritocchi alla previdenza gli operai: «Sono lavori usuranti anche il vigile urbano, la cassiera del supermercato».