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di LUIGI FRASCA GIUGNO 2007 è la data fissata per la concessione delle prime licenze per il Wi-Max, ...

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La decisione è scaturita da un tavolo di lavoro fra il ministero della Difesa, il titolare delle licenze, e quello delle Comunicazioni, aperto lo scorso 5 dicembre allo scopo di definire «tempi, modi e contorni finanziari del progetto per un rapido avvio del Wi-Max sul territorio, a partire dalle aree ove è più urgente la realizzazione di nuove infrastrutture». Cioè tutte quelle zone in cui non sarebbe possibile accedere ai servizi Internet a banda larga a costi sostenibili, in particolare quelle rurali e montane. Non a caso, una delle prime Regioni ad avviare la sperimentazione del Wi-Max è stata la Valle d'Aosta, con l'obiettivo di fornire la banda larga alle case ed agli alberghi delle principali zone turistiche. Il Wi-Max (acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access) consente infatti di trasferire notevoli quantità di dati a distanze di decine di chilometri, ben superiori alle decine di metri consentite dall'altra tecnologia senza fili, il Wi-Fi, attualmente utilizzato in piccoli spazi come abitazioni od appositi spazi all'interno di bar o aeroporti e del quale rappresenta il naturale complemento. Una delle conseguenze positive dell'introduzione della tecnologia, quindi, sarà la riduzione del «digital divide», ossia del divario digitale che attualmente separa le aree metropolitane da e quelle periferiche, dove gli utenti della rete sono spesso ancora costretti a ricorrere all'ormai antiquato modem analogico con velocità massime di 56 Kb al secondo, contro le i vari Megabyte al secondo garantiti dall'Adsl ed adesso offerti dai promotori del Wi-Max. Con l'intesa siglata dai due Ministeri, ha spiegato il dicastero di Paolo Gentiloni, «a partire da giugno 2007 verranno resi disponibili più lotti di frequenze (nella banda Wi-Max 3,4-3,6 GHz) per iniziali complessivi 35+35 MHz, ripartibili anche su più macroaree nazionali». Ma quest'accordo rappresenta solo la prima parte del progetto complessivo, che mira a triplicare in un quinquennio la prima assegnazione di frequenze per la tecnologia in questione. La prossima scadenza è fissata a febbraio, quando il tavolo tecnico stilerà un calendario operativo che terrà conto degli esiti della consultazione pubblica avviata sulla materia dall'Autorità per le comunicazioni il nove novembre scorso, al fine di delineare un quadro regolamentare per il nuovo servizio che promette di rappresentare la prossima rivoluzione nel campo delle comunicazioni. È stato lo stesso presidente dell'Authority per le comunicazioni, Corrado Calabrò, a sollecitare più volte un'accelerata nel lancio del Wi-Max, visto il ritardo dell'Italia rispetto al resto d'Europa: in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, infatti, sono già arrivate le prime offerte per le licenze. Oltre a colmare il divario con il resto del Vecchio Continente, il Wi-Max potrebbe anche rappresentare una spinta verso una maggiore concorrenza sul mercato, con l'indipendenza dalle infrastrutture Telecom che potrebbe a sua volta favorire la discesa dei prezzi e l'aumento delle velocità effettive delle connessioni. Soddisfazioe è stata espressa dalla Margherita, il partito dei titolari della Difesa e delle Comunicazioni: «Con l'accordo tra il Ministro Gentiloni e il ministro Parisi sul Wi-Max siamo passati dal pacco dei decoder inutili imposto dal governo precedente ad una marcia in più» dice Renzo Lusetti, responsabile del dipartimento Informazione della formazione di Rutelli. «L'accordo - sostiene il parlamentare - è un importante passo in avanti e rappresenta un investimento significativo e strategico che offre più opportunità agli utenti».

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