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Arriva la correzione anche per l'indulto L'Unione prepara un aggiustamento

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E non è finita l'Unione ora prepara la fase due anche per l'indulto: la prima era servita a svuotare le carceri; la seconda snellirà il lavoro dei tribunali, dove si trascinano migliaia di procedimenti dall'esito assolutorio scontato proprio in forza del provvedimento di clemenza approvato dal Parlamento l'estate scorsa. Prima di Natale, la commissione Giustizia della Camera ha approvato il programma dei lavori per il mese di gennaio. Al terzo punto, ci sono due proposte di legge abbinate in materia di «indulto e applicazione della pena su richiesta delle parti». Tecnicamente è solo una leggina. Una norma-ponte utile per alleggerire il lavoro dei magistrati dopo che questi avevano espressamente detto che sono contrari all'indulto. E ora arriva la correzione. Grazie alla penna dei deputati dei Verdi Paola Balducci e Marco Boato. È loro l'idea che l'indulto, per funzionare a dovere, abbia bisogno di un ritocco. «La legge - spiegano nella relazione abbinata alla loro proposta - ha comportato sicuramente una importante e significativa risposta al problema del sovraffollamento delle carceri portando alla liberazione di un rilevante numero di detenuti, essenzialmente di persone che hanno riportato condanna definitiva». Secondo Balducci e Boato, però, l'indulto ha fallito nella risposta «al problema del rilevante numero di processi pendenti». Ecco il perché della leggina. Che permetterebbe di accelerare la conclusione dei processi nei quali sono coinvolti soggetti imputati per reati condonati in parte o in tutto dalla 241/2006. Divenuto legge l'indulto bis, l'imputato potrà chiedere il patteggiamento anche nella fase dibattimentale del processo. Mentre, di regola, l'applicazione della pena su richiesta delle parti è un rito abbreviato cui si può ricorrere solo nella fase preliminare. Risultato: l'imputato riconosce la colpevolezza, contratta con il pubblico ministero la pena e incassa lo sconto previsto con l'indulto. Pure lo Stato ci guadagna - nella logica della proposta e dei suoi presentatori - perché solleva uomini e mezzi da un processo dall'esito scontato e li destina a cose più importanti. Ma Balducci e Boato si spingono oltre. Prevedono cioè il ricorso al patteggiamento anche in appello e in cassazione. Insomma un colpo di spugna. Intorno al quale potrebbe formarsi la stessa maggioranza trasversale che, a luglio, approvò l'indulto. Con il vantaggio che stavolta non occorrerebbe il quorum dei due terzi. Alla proposta di legge dei Verdi è stata abbinata un testo gemello. Reca la firma di Enrico Costa, avvocato piemontese, deputato di Forza Italia. Il fronte garantista è dunque più che garantista.

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