Mario Valducci (FI)
Mario Valducci, classe 1959, responsabile enti locali di Forza Italia, non ha dubbi: «I prossimi mesi saranno importantissimi». Onorevole, siete pronti per la «spallata» a Prodi? «Per la verità penso soprattutto a due scadenze». Quali? «Anzitutto le elezioni amministrative che chiameranno alle urne circa 12 milioni di italiani. Saranno una prima risposta all'operato del governo e noi stiamo lavorando perché le intenzioni di voto, che al momento sono a nostro favore, si traducano in uno straordinario risultato elettorale». Quale sarà la vostra strategia? «Punteremo ad una forte politicizzazione delle elezioni. E poi stiamo cercando i candidati più apprezzati dal territorio. In alcuni casi li abbiamo già scelti e saranno sindaci uscenti o presidenti di Provincia. In altri, come Verona e Monza, stiamo ancora lavorando. Ma il clima all'interno della coalizione è buono e quindi sono fiducioso». Anche i rapporti con l'Udc sono buoni? «A livello locale i nostri dirigenti stanno lavorando molto bene con Alleanza nazionale e Lega, ma anche l'Udc è assolutamente interessato a correre con noi. C'è massima sintonia soprattutto sulla necessità di ottenere un grande risultato che sia anche una risposta chiara alla politica del governo». Sì, ma sulla Federazione Casini e i suoi continuano a smarcarsi? «Vede, io vengo da un'esperienza di azienda e, quindi, sono molto pragmatico. Adesso ci sono due appuntamenti: le elezioni amministrative e i congressi di Forza Italia. La Federazione, così come la nascita di un nuovo soggetto politico, stanno sullo sfondo. Sono cose in cui crediamo, ma penso che verranno in un momento successivo. Certo, le doti di accelerazione di Silvio Berlusconi ci hanno spesso sorpreso in questi anni, ma credo che queste nuove formule saranno più legate a grandi campagne politiche nazionali». Insomma la vostra attenzione, adesso, è tutta rivolta al territorio? «Sì. Anche la stagione congressuale che si aprirà ha come obiettivo quello di realizzare una maggiore presenza di FI sul territorio. Oggi siamo presenti in meno di 2000 comuni». Non sarà facile per un partito «carismatico» come il vostro? «Le ultime elezioni politiche hanno confermato una crisi dei partiti tradizionali rispetto a quelli "carasmatici". Basta confrontare i dati dei Ds con quelli di FI. Oggi la nostra sfida è quella di coniugare la forte leadership di Berlusconi, che è la nostra fortuna, con la capacità di essere presenti nel modo migliore sul territorio». Immagino sia anche questo l'obiettivo della grande assemblea degli amministratori locali di FI a cui sta lavorando? «L'assemblea sarà un grande momento di confronto in vista delle elezioni amministrative di primavera in cui affronteremo temi di politica nazionale che hanno impatto sul territorio. Penso ai temi delle infrastrutture e dei trasporti, della sicurezza, della lotta agli sprechi e della sussidiarietà orizzontale». A proposito di territorio, teme la «concorrenza» dei Circoli della libertà? «I Circoli della libertà stanno dando un apporto molto importante al rafforzamento e all'ampliamento del nostro movimento verso tutti quei cittadini attivi che vogliono lavorare per far tornare il centrodestra al governo, ma non vogliono impegnarsi direttamente in un partito». N. I.